Giuseppe Antonio Borgese: differenze tra le versioni

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*[...] il [[Giuseppe Lipparini|Lipparini]] vive nell'atmosfera autentica e nativa della sua fantasia: atmosfera debole, ma non viziata, che nutre fiori diafani e di odore un po' sciapo, ma non fiori di carta che un profumiere abbia immersi in essenze. S'intende che il Lipparini è un parnassiano, ma forse il migliore di quanti in Italia abbiano aspirato a questo titolo, l'unico che si possa ricordare con onore quando si discorra di quel tipo d'arte cui Anatole France deve la sua rinomanza europea. (cap. III Narratori, pp. 168-169)
 
*Questo buon sangue letterario, ma rinvigorito dal secolo, circola nell'arte di Giuseppe Lipparini. Escogitare il nuovo; almanaccare, poniamo caso, novelle stravaganti come un Hofmann o un Poe gli parrebbe insolente. Ricama tranquillamente un angolo di quell'eterno arazzo dell'arte classica e classicheggiante, alzando di tanto in tanto gli occhi per sorprendere una movenza o per carpire un piccolo segreto di stile. Non ha cure politiche, né religiose né morali; non osa rifare la patria né redimere la plebe. Vuole raggiungere una bella forma armoniosa e schietta. (cap. III Narratori, p. 171)
 
*[...] [[Luigi Capuana|Capuana]], che s'era tuffato nell'acqua del verismo senza subire la metamorfosi di Glauco, ha continuato a respirare ed a vivere anche quando quell'acqua fu tutta quanta svaporata. Egli non appartenne mai ad un sistema o ad una scuola; non fece mai sacrificio della sua personalità ad una fede o ad un metodo, ma si servì, con gioconda agilità, dei metodi e delle mode per compiacere al suo prepotente istinto narrativo. E, perìta la fede artistica dei suoi anni migliori, egli, l'artista, sopravvive, e ricanta, più che settuagenario, ancora un inno alla voluttà di creare, e immagina, racconta, scrive con una fecondità che quasi c'inebria e ci fa più cara la vita come ogni segno di energia senile. (cap. III Narratori, pp. 223-224)