Tommaso Giartosio: differenze tra le versioni
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→''Perché non possiamo non dirci'': - errore di ortografia |
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*[...] un'idea che mi piace: il concetto di "trasversalità". L'ha formulato il filosofo Gilles Deleuze, riprendendolo da David Hume. È l'idea che un effetto prodotto in un dato modo può sempre essere prodotto anche in altri modi. [....] credo che il riconoscersi omosessuali o eterosessuali non derivi in linea retta da un orientamento sessuale originario, ma nasca lungo un percorso a zig-zag, per un gioco di spinte tra le quali il desiderio gay o etero a volte svolge addirittura un ruolo accessorio. (p. 45)
*Ecco, si può sperare che l'omofobia diventi questo: un repertorio di innocui stereotipi che pochi imbecilli prendono sul serio, mentre tutti gli altri ci giocano. (p. 47)
*Ora, un elemento che caratterizza la condizione omosessuale è questo: mentre l'identità del nero o dell'ebreo solitamente è rafforzata dal
*E la morale è questa: ''finora'' l'omosessuale è apparso davvero come una parte integrante del corpo sociale omofobo e "sano", perciò la coabitazione risulta più intima e scandalosa, e il contagio, reale o metaforico, è un incubo più angosciante. (p. 53)
*Il multiculturalismo diventa spesso una commercializzazione di pacchetti identitari. (p. 67)
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*Ogni riconoscimento di diritti si trascina dietro ciarpame simile – il sospetto perbenistico verso chi di quel diritto non vuole avvalersi. dai una casa a tutti i senzatetto, e chi si ostina a rifiutarla sembrerà a molti un tipo losco, un iperbarbone. (p. 95)
*L'omosessualità è semplicemente qualcosa che sta in tutti noi da sempre. Per questo si innerva (come realtà sconosciuta sfiorata, elusa, metaforizzata, taciuta, ambita, tabuizzata, perseguitata, implicata in altri discorsi...) anche nello scrittore più eterosessuale. (p. 127)
==Bibliografia==
*Tommaso Giartosio, ''Perché non possiamo non dirci. Letteratura, omosessualità, mondo'', Feltrinelli, 2004. ISBN 8807103680
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