Luigi Russo: differenze tra le versioni

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*{{NDR|Sulle ''[[Operette morali]]'' di [[Giacomo Leopardi]]}} La lingua e lo stile delle quali, pur moderni e impeccabili in quanto a purezza, risentono ancora del lavoro di lucerna, di un certo gusto classico un po' freddo ed arcaico, non sufficientemente sconvolto e trasfigurato dal sentimento poetico. Nei ''Canti'' c'è il ''poeta'', qui, nella maggior parte dei casi, il ''letterato''. (da ''La dolce stagione'')
*La P. {{NDR|[[Carola Prosperi|Prosperi]]}} nei suoi racconti colorisce con intensità di passione la vita umile e sognatrice delle piccole borghesi; le sue protagoniste non sono le donne peccatrici, ma neanche le donne dall'insipida onestà. Esse vivono sospese tra la realtà modesta e proba e il sogno ricco di fantasmi soavemente colpevoli; brave fanciulle o donne castigate che, nella loro vita di {{sic|rinunzie}} e di {{sic|sacrifizi}}, sentono con delizioso terrore il fascino della colpa e di una vita superiore e libera. (da ''[https://archive.org/details/inarratori18501900russuoft/page/n6/mode/1up/ I narratori]'', Casa editrice Giuseppe Principato, Milano - Messina, 1951, p. 248)
*La prosa dello scrittore {{NDR|[[Virgilio Brocchi]]}} è bolsa e opaca, enfatica senza essere impetuosa; dannunzieggiante nei suoi primi romanzi, il B. è venuto sempre più volgarizzando e ampliando il suo nativo dannunzianesimo con contaminazioni oratorie di tipo classico. E ne è venuto fuori un esemplare curioso di scrittura, in cui la rotonda frase accademica si cala di mezzo al discorso più triviale e pedestre. (da ''I narratori'', ''ibid''., p. 178)
*Ora il verismo era malfamato in Italia; il verismo per molti era sinonimo di trivialità e di meccanismo; il verismo era un movimento fuori delle tradizioni paesane; il verismo intonava l'arte ad uno sperimentalismo scientifico, quasi davvero essa fosse un momento anteriore dello spirito umano destinata ad essere assorbita dalla facoltà logica e scientifica della mente; il verismo insomma era la moda di oltralpe, l'immoralità zoliana<ref>di [[Émile Zola]] (1840–1902), scrittore francese, tra i massimi esponenti del ''[[Naturalismo (letteratura)|naturalismo]]'', dal quale il ''verismo'' prese ispirazione.</ref>, la vita bruta, il trionfo della fotografia, l'arte positivamente documentata! Ora il Verga era uno della setta, e il Verga doveva pur toccarne degli irosi colpi che si menavano contro la nuova moda letteraria! (da ''Giovanni Verga'', ibid., p. 9)
*Quando si ha una salda [[educazione]] nazionale, e si è radicati nel giusto della nostra letteratura indigena, bisogna sapersi guardare attorno e porre mente all'altro polo, così come faceva [[Dante]] per le quattro luci sante, lassù, nel suo bel ''Purgatorio'':<br/>''Goder pareva il ciel di lor fiammelle:<br/>Oh settentrional vedovo sito,<br/>Poi che privato se' di mirar quelle!'' (dalla prefazione a ''La dolce stagione'')