Luigi Tonelli: differenze tra le versioni

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*La figura del [[Giovanni Rabizzani|Rabizzani]] si profila alquanto diversa da quella del [[Renato Serra|Serra]]. Questi è morbido, delicato, {{sic|femineo}}; quegli è robusto e virile. Il primo ama, negli altri e in se stesso, le sfumature, gli ondeggiamenti, le posizioni imprecise, gli atteggiamenti amletici; il secondo gusta di preferenza gli scrittori fortemente caratterizzati, limitati, evidenti, sempre in cerca di definizioni logiche e chiare, di formule conclusive. L'uno è soggettivissimo e sensibilissimo, sicché ogni cosa lo fa vibrare, e la cosa stessa diventa vibrazione, tanto perdendo d'oggettiva realtà, quanto acquista di verità soggettiva; l'altro, obbiettivo, logico, consapevole dei limiti e delle proporzioni, in perfetto equilibrio. L'uno, infine, di temperamento melanconico, indolente, disposto alla contemplazione; l'altro allegrissimo, esuberante, attivissimo, fatto apposta per il giornalismo e l'organizzazione. (cap. II Critici, p. 125)
 
*Favola antica, metodo ed espedienti narrativi un po' vecchi... Dal verismo in poi, quante malinconiche storie di donne infelici e solitarie sono state raccontate! Quante, dalla [[Carola Prosperi|Prosperi]] stessa! – Eppure il romanzo {{NDR|''Il fanciullo feroce''}} ci piace. Scritto con vena, con sentimento, direi quasi con passione, come se la scrittrice sentisse per la sua protagonista, oltre che un'estetica compiacenza, una profonda, umana simpatia; questo romanzo è quasi la definitiva cristallizzazione d'elementi già noti allo stato liquido, e però, oltre che un senso di perfezione, dà l'illusione di cosa nuova. L'illusione soprattutto della verità. E tuttavia, non inutili crudezze, non volgarità, non perversioni; soltanto la fredda luce, che staglia le linee, facendole più rigide ed angolose.<br>''Il fanciullo feroce'' non è una rivelazione, ma una prova maggiore e migliore dell'innegabile ingegno di Carola Prosperi. (cap. III Scrittori italiani, p. 310)
 
*In Italia non c'è mai stato un vero e proprio [[antisemitismo]]; tanto meno presso le classi più colte. I governanti possono avere incrudelito qualche volta, e dal sedicesimo secolo permessa o voluta l'istituzione del Ghetto; può il popolino, e del popolino soltanto la {{sic|razzamaglia}}, aver perseguitati gli ebrei con la beffa talvolta crudele; ma in nessuno Stato italiano la persecuzione contro di essi fu organizzata con la imperiosità e l'intransigenza, che fu presso i certi popoli slavi e balcanici, né il il disprezzo e l'odio furono mai quali i cattolici francesi e i protestanti tedeschi ed inglesi ebbero in tutti i tempi contro quei paria d'Europa. (cap. IV Scrittori stranieri, p. 342)