Italo Pizzi: differenze tra le versioni

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*[[Firdusi]] descrive il miserando stato dell'Iran sotto lo scettro di [[Zahhak|Dahàk]]. Ogni colpa, ogni opera trista, fu lecita allora, mentre ogni virtù era perseguitata.<ref>Firdusi, [https://archive.org/details/illibrodeirepoem01firduoft/page/22 ''Il libro dei re''. vol. I], traduzione di Italo Pizzi, Torino, Vincenzo Bona, p. 22, 1886.</ref>
*Con Yezdeghird si chiude la serie dei monarchi persiani, e la conquista degli Arabi segna l'entrar nell'Iran di una nuova fede, di una nuova legge e di nuovi dominatori.<ref>Firdusi, [https://archive.org/details/illibrodeirepoem01firduoft/page/84 ''Il libro dei re''. vol. I], traduzione di Italo Pizzi, Torino, Vincenzo Bona, p. 84, 1886.</ref>
 
{{Int|1=Dalla prefazione di ''Racconti epici del libro dei re di Firdusi''|2=Ermanno Loescher, pp. vii-xxiv, 1877}}
*Quanto ad ampiezza, tutte le altre epopee cedono di gran lunga al ''Libro dei Re'' di [[Firdusi]], trovandosi che l'''Iliade'' e l'''Odissea'' si restringono a due fatti soli, uno prima, l'altro dopo la caduta di Troia, i due poemi indiani, il ''Rāmāyana'' e il ''Mahābhārata'', non narrano che un fatto, il primo la conquista di Lankā (Ceylan), il secondo la lotta tra due stirpi nemiche per il possesso del regno, con molti altri fatti secondari. Questa stessa cosa si può dire dei ''Nibelungen'' dei Tedeschi e del ''Kalevala'' dei Finni; e solo l'''Edda'' dei Scandinavi potrebbe fare eccezione, cominciando essa dall'origine di tutte le cose e discendono poscia a narrare i fatti degli Dei, dei Giganti, delle Valkyrie e degli Eroi, fino ad accennare all'universale incendio che un giorno distruggerà il mondo. [...] Ma il maggior pregio del ''Libro dei Re'', per il quale esso acquista importanza grandissima, si è quello di essere una epopea nazionale, un'epopea cioè l'argomento della quale non è stato trovato ed elaborato da un poeta nel silenzio della sua stanza e con la scorta de' suoi libri, come la ''Gerusalemme'' e l'''Eneide'', ma è argomento, è soggetto popolare conservato per tradizione di padre in figlio, finché poi un gran poeta, quale era Firdusi, lo raccolse e lo vestì di una splendida forma poetica.
*Il ''Libro dei Re'' è una fedele immagine dell'ingegno, dell'animo e del cuore del popolo persiano, se non dei tempi nostri, almeno di quell'età allorquando non era stato ancora infiacchito dalle dottrine mussulmane, e sentiva ancora la forza benefica dell'antica religione di Zoroastro, operosa, energica e, dopo il Cristianesimo, la più umanitaria di tutte.
*Se i poemi omerici sono un fedele specchio della vita eroica dei Greci, dei sentimenti e delle idee di quell'età, il ''Libro dei Re'' non è meno la fedele immagine dell'animo, del cuore e dell'ingegno del popolo persiano.
 
{{Int|1=Da ''Gli Irani''|2=[https://archive.org/details/PizziAvesta/page/n18/mode/2up ''L'Avesta''], Istituto editoriale italiano, Milano, pp. 19-35, 1914}}
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*La morale insegnata dall'''Avesta'', oltre e al disopra dei suoi precetti teologici, dogmatici, rituali, è pur sempre una morale molto alta e pura che con ragione colloca il Zoroastrismo fra le più elette religioni del mondo. Lo stesso triplice precetto del non peccar mai in pensieri, in opere, in parole, che si trova anche tra i precetti del Cristianesimo, racchiude nella sua rigidezza e compendia ogni altro precetto che sia inteso a guidar l'uomo quaggiù. Le maggiori virtù che, del resto, erano raccomandate non pure dall<nowiki>'</nowiki>''Avesta'', ma anche dalla legge e dalla consuetidine comune a tutti gl'Irani, erano la giustizia, la beneficenza, la generosità, la pietà, l'orrore per la menzogna.
*Se fu detto giustamente che l'India al mondo ha dato i sacerdoti, e che la Grecia e Roma hanno dato l'uomo civile, non meno giustamente si può dire che la Persia ha dato invece il tipo dell'uomo che crede, che lavora, che combatte.
 
 
==''Racconti epici del libro dei re di Firdusi''==
*Quanto ad ampiezza, tutte le altre epopee cedono di gran lunga al ''Libro dei Re'' di [[Firdusi]], trovandosi che l<nowiki>'</nowiki>''Iliade'' e l<nowiki>'</nowiki>''Odissea'' si restringono a due fatti soli, uno prima, l'altro dopo la caduta di Troia, i due poemi indiani, il ''Rāmāyana'' e il ''Mahābhārata'', non narrano che un fatto, il primo la conquista di Lankā (Ceylan), il secondo la lotta tra due stirpi nemiche per il possesso del regno, con molti altri fatti secondari. Questa stessa cosa si può dire dei ''Nibelungen'' dei Tedeschi e del ''Kalevala'' dei Finni; e solo l<nowiki>'</nowiki>''Edda'' dei Scandinavi potrebbe fare eccezione, cominciando essa dall'origine di tutte le cose e discendono poscia a narrare i fatti degli Dei, dei Giganti, delle Valkyrie e degli Eroi, fino ad accennare all'universale incendio che un giorno distruggerà il mondo. [...] Ma il maggior pregio del ''Libro dei Re'', per il quale esso acquista importanza grandissima, si è quello di essere una epopea nazionale, un'epopea cioè l'argomento della quale non è stato trovato ed elaborato da un poeta nel silenzio della sua stanza e con la scorta de' suoi libri, come la ''Gerusalemme'' e l<nowiki>'</nowiki>''Eneide'', ma è argomento, è soggetto popolare conservato per tradizione di padre in figlio, finché poi un gran poeta, quale era Firdusi, lo raccolse e lo vestì di una splendida forma poetica. (pp. VIII-IX)
*Il ''Libro dei Re'' è una fedele immagine dell'ingegno, dell'animo e del cuore del popolo persiano, se non dei tempi nostri, almeno di quell'età allorquando non era stato ancora infiacchito dalle dottrine mussulmane, e sentiva ancora la forza benefica dell'antica religione di [[Zarathustra|Zoroastro]], operosa, energica e, dopo il Cristianesimo, la più umanitaria di tutte. (pp. IX-X)
*Se i poemi omerici sono un fedele specchio della vita eroica dei Greci, dei sentimenti e delle idee di quell'età, il ''Libro dei Re'' non è meno la fedele immagine dell'animo, del cuore e dell'ingegno del popolo persiano. (pp. X-XI
 
==Note==
<references/>
 
==Bibliografia==
{{Int|1=Dalla prefazione di*Italo Pizzi, ''Racconti epici del libro dei re di Firdusi''|2=, Ermanno Loescher, pp.1877 vii-xxiv, 1877}}
 
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