Sei Shōnagon: differenze tra le versioni

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==[[Incipit]] di ''Note del guanciale''==
L'auroraa[[urora]] a primavera:<ref>Secondo il calendario lunare in uso nell'antico Giappone, le stagioni erano suddivise con criterio diverso dal nostro. La primavera comprendeva il primo, il secondo e il terzo mese dell'anno.</ref> si rischiara il cielo sulle cime delle montagne, sempre più luminoso, e nuvole rosa si accavallano snelle e leggere.<ref>In giapponese è frequente l'uso di frasi in cui, ai nostri occhi, il verbo sembra mancare. La prima frase delle "Note" di Shonagon dice: "Haru wa akebono" che, letteralmente. significa: "In primavera l'aurora", ma si deve intendere: "In primavera l'aurora è quanto c'è di più piacevole".</ref> D'estate,<ref>L'estate comprende il quarto, il quinto e il sesto mese.</ref> la notte: naturalmente col chiaro di luna; ma anche quando le tenebre sono profonde. È piacevole allora vedere le [[lucciola|lucciole]] in gran numero rischiarare volando l'oscurità, oppure distinguere solo le luci di alcune di loro. Anche quando piove, la notte ha un suo fascino.
 
==Note==
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==Bibliografia==
*Sei Shōnagon, ''Note del guanciale'', a cura di Lydia Origlia, SE Studio Editoriale, Milano, 1988.
 
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