Stazioni dell'arte: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Corretto: "al lavoro"
Annullata la modifica 1032963 di 87.0.218.31 (discussione) Conformità alla fonte.
Etichetta: Annulla
Riga 5:
 
*Ci troviamo di fronte a delle vere e proprie ''stazioni d'arte contemporanea'', luogo di transito per il cittadino e di sosta per il suo sguardo. Nomadismo esistenziale e stasi contemplativa si intrecciano in queste stazioni che valorizzano l'inerzia di un quotidiano appartenente ad una collettività per niente inerte ed apatica. ([[Achille Bonito Oliva]])
*Questo progetto {{NDR|la stazione "Università"}} è molto poetico, volevo dare alle persone che al mattino vanno ala lavoro o all'università, che frequentano la metropolitana, cinque minuti di ispirazione. ([[Karim Rashid]])
*Qui ci troviamo per la prima volta di fronte ad un esempio di museo all'aperto, sotterraneo ed emergente, clandestino e pubblico nello stesso tempo, accogliente non più esempi di arte catacombale ma di forme che hanno acquistato la possibile dignità del confronto continuo col nostro quotidiano. ([[Achille Bonito Oliva]])
*Se una città che vuole rinnovarsi e rilanciare se stessa, è giusto che sia sempre gelosa custode del suo passato e della sua storia, dalle cui radici deve trarre le sue azioni future, deve anche vivere il suo presente, deve produrre cultura attuale, deve, in altri termini, essere testimone e protagonista della sua contemporaneità.<br>Ci è sembrata, quindi, un'occasione straordinaria poter adoperare luoghi di grande afflusso, come sono le stazioni della metropolitana, come luoghi in cui la città potesse confrontarsi con l'arte e dove il rapporto con l'arte potesse divenire un rapporto quotidiano, ordinario, normale.<br>In altri termini, ci sembra fondamentale che la città nel suo complesso e i suoi cittadini non siano più fermi all'arte del passato, non siano più culturalmente frenati dalla cultura di [[Napoli]] come grande capitale borbonica, ma esprimano finalmente la cultura di Napoli come grande capitale del [[Mediterraneo]] e, quindi, vivano e abbiano confidenza con l'arte di oggi. ([[Riccardo Marone]])