Fëdor Dostoevskij: differenze tra le versioni

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*Se per tanti giorni mi son tormentato a pensare se Napoleone ci sarebbe andato o no, è che sentivo già chiaramente di non essere un Napoleone... Tutta, tutta la tortura di quelle lunghe ciance io sopportai, Sonja, e mi venne il desiderio di sbarazzarmene di colpo: io volli, Sonja, uccidere senza tante casistiche, uccidere per me, per me solo! Non volevo mentire a quel riguardo neppure a me stesso! Non per aiutare mia madre ho ucciso, sciocchezze! Non ho ucciso per farmi, acquistata ricchezza e potenza, il benefattore dell'umanità. Sciocchezze! Ho ucciso semplicemente; per me stesso ho ucciso, per me solo [...] Altro avevo bisogno di sapere, altro mi spingeva: avevo allora bisogno di sapere, e di sapere al piú presto, se io fossi un pidocchio, come tutti, o un uomo. Avrei potuto passar oltre o non avrei potuto? Avrei osato chinarmi e prendere, o no? Ero una creatura tremante o avevo il ''diritto''... [...] allora fu il diavolo a trascinarmi, ma poi mi spiegò che io non avevo il diritto di andar là, perché anch'io ero un pidocchio cosí come tutti! Si fece beffe di me, ed ecco che ora son venuto qui! Accogli il tuo ospite! Se non fossi un pidocchio, sarei venuto da te? Ascolta: quando andai dalla vecchia, vi andai soltanto per ''provare''... Sappilo dunque! (Raskòl'nikov; V, IV; 1993, p. 498)
*...ma era già uno scettico, era giovane, un amante delle astrazioni, e, dunque, crudele... (su Raskòl'nikov; V, IV; 1993, p.)
*-"Ma dopotutto ho ucciso solo un pidocchio, Sonja, inutile, ripugnante, nocivo." -"Ma come può una creatura umana essere un pidocchio!"
"Ma come può una creatura umana essere un pidocchio!"
*Vedi, allora continuavo a chiedermi: perché sono così stupido, perché se gli altri sono stupidi, ed io so per certo che lo sono, perché non cerco d’essere più intelligente? Poi scoprii, Sonja, che se si vuole aspettare che tutti divengano intelligenti, bisogna attendere troppo a lungo... Quindi venni anche a scoprire che una cosa del genere non sarebbe mai successa, che la gente non cambia e che nessuno la può cambiare in alcun modo, e che non val la pena di perderci energie!
*Una certa angoscia speciale aveva cominciato a farglisi sentire negli ultimi tempi. Essa non aveva nulla di caustico, di bruciante; ma ne spirava un non so che di continuo, di eterno, il presentimento di anni di quella fredda e assiderante angoscia senza uscita, il presentimento di non so quale eternità da passare sopra «un metro quadrato di spazio». Di solito nelle ore serali questa sensazione cominciava a torturarlo con piú forza ancora. (V, V; 1993, p. 507)