Ernst Jünger: differenze tra le versioni

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*[[Divenire]] è più che vivere.<ref>Citato in [[Albert Camus]], ''L'uomo in rivolta'', traduzione di Liliana Magrini, Bompiani, 2012.</ref>
*{{NDR|Il [[viaggio|viaggiatore]] moderno}} Egli trascorre per il mondo come il gemello siamese: come homo faber e homo ludens, privo di storia, e come essere vicino alle [[Muse]], affamato di immagini, un po' orgoglioso del proprio titanismo e un po' triste per la distruzione che ne consegue. Quanto più le ali gli crescono forti e possenti, tanto più ha difficoltà a trovare il luogo dove il proprio cuore si entusiasmi e brami alcunché.<ref>Da ''Siebzig verweht I'', Stoccarda, 1995, p. 133; citato in ''Ernst Jünger, {{small|Una vita lunga un secolo}}'', p. 614.</ref>
*Evidentemente oggi è scomparsa la capacità di restituire un colloquio nel suo vero e proprio senso, nella sua realtà, nel suo effettivo svolgimento. Di questa capacità sono proprie la disposizione d'animo, il tacere, l'aura e la reciproca attenzione di chi si incontra per scambiare domande e risposte. Il [[Registratore a nastro|magnetofono]], al contrario, è uno strumento della classe dei preservativi, come la definiva [[Madame de Staël]]: ragnatela della precauzione, carrarmato del piacere.<ref>Dalla lettera a Georg Wolff del 2 ottobre 1967, ''Carteggio editoriale Ernst Klett-Ernst Jünger 1949-1997''; citato in ''Ernst Jünger, {{small|Una vita lunga un secolo}}'', pp. 611-612.</ref>
*Il segno distintivo dell'uomo spirituale è proprio di non essere impaziente coi fatti, bensì piuttosto con gli stupidi, che vedono dappertutto nient'altro che dei fatti. [...] Una concezione seria non si erge contro le situazioni di fatto, ma le crea.<ref>Dalla Lettera ad [[Armin Mohler]] del 6 novembre 1960, citato in Paul Noack, ''Ernst Jünger. {{small|Eine Biographie}}'', Berlino, 1998, p. 256 sgg; in ''Ernst Jünger, {{small|Una vita lunga un secolo}}'', p. 595.</ref>
*L'uomo che a poco a poco si apre alla [[banalità]] si arrende come una fortezza in cui, una volta incrinate le fondamenta, non si troveranno più né forza né mistero.<ref>Da ''Ludi africani'', p. 90.</ref>