Grandi purghe: differenze tra le versioni

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*La Purga non fu una sorpresa improvvisa e completa, perché aveva le sue origini profonde nel passato sovietico. Sarebbe senza dubbio falso concludere che essa fosse una conseguenza inevitabile della natura della società sovietica e del Partito Comunista: era in se stessa un mezzo per imporre un violento mutamento a quella società e a quel partito. Ma nonostante questo, non avrebbe potuto essere imposta che a un ambiente affatto particolare come quelle del governo sovietico; e le sue caratteristiche peculiari, alcune delle quali riescono difficilmente credibili a mentalità straniere, derivano da una tradizione specifica. ([[Robert Conquest]])
 
*Nel 1933 quasi un milione di cittadini sovietici languiva nei campi di lavoro e nelle colonie dell'OGPU<ref>''Ob'edinënnoe gosudarstvennoe političeskoe upravlenie'' (Direzione politica di Stato generale), polizia segreta del regime sovietico fino al 1934.</ref>, e altri milioni di loro erano nelle prigioni, nei campi di deportazione e nelle aree di nuovo insediamento coatto. Perciò il Grande terrore degli anni 1937-38 non fu un fulmine a ciel sereno, ma il peggioramento di una tempesta che stava già infuriando.<br>{{sic|Cionostante}} il Grande terrore non avrebbe avuto luogo se non fosse stato per la personalità e le idee di Stalin. Era lui a guidare la macchina punitiva di Stato contro tutti quelli da lui identificati come «elementi antisovietici» e «nemici del popolo». ([[Robert Service]])
 
*Nulla di più errato sarebbe comunque ritenere che le grandi purghe del 1937-38 fossero opera di poche migliaia di sadici aguzzini agli ordini «materiali» di Ezov e «politici» di [[Stalin]]. Tutto il corpo del partito e dello Stato sovietico erano direttamente partecipi, sia pur con diversi livelli di responsabilità. Inspiegabile, difatti, sarebbe la rassegnata passività dei colpiti e la mancanza di qualsiasi solidarietà organizzata, «politica», nei confronti delle vittime. Al di là dell'efficiente macchina del terrore ezoviana, Stalin poteva contare, dirigendo quella battaglia, sul suo carisma – ormai fortissimo nel paese – ma anche sull'appoggio di quanti vedevano nelle selvagge epurazioni la possibilità di emergere, di scalzare dirigenti e funzionari che ai loro occhi erano sembrati sin allora potenti e inamovibili. ([[Gianni Rocca]])