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*Non sai che piccola parte sei rispetto al tutto? E ciò per il tuo corpo, perché per la [[ragione]] non sei inferiore agli Dei, né più piccolo di loro; la grandezza della ragione, infatti, non si valuta né dalla lunghezza, e neppure dall'altezza, ma dai giudizi.<br>Non vuoi, allora, porre il tuo bene in ciò che ti rende pari agli Dei? (XII, 26-27; 2009, p. 175)
*Donde avviene che in relazione al crescere o al calare della luna, all'avvicinarsi o allontanarsi del sole, si notano nelle cose terrestri tante trasformazioni e tanti cambiamenti d'uno in altro contrario? Ma allora le piante e i nostri corpi sono così legati al tutto e simpatizzano tra loro, e le anime nostre non lo saranno molto di più? E le nostre anime sono così legate e avvinte a Dio, come parti e frammenti di Lui, e Dio non avvertirà ogni loro movimento come un movimento che Gli è proprio e connaturale? (XIV, 4-6; 1960, p. 41)
*{{NDR|Zeus}} ha messo vicino a ciascuno [...] un guardiano, il demone proprio di ciascuno e ogni uomo ha affidato alla sua protezione — ed è uno che non dorme e non si lascia ingannare. A quale altro custode migliore e più premuroso avrebbe potuto affidare ciascuno di noi? In conseguenza, quando chiudete la porta e fate buio all'interno, ricordate di non dir mai che siete soli: non lo siete, in realtà, ma c'è Dio nell'interno, e c'è il vostro demone. E che bisogno hanno costoro di luce per vedere le vostre azioni? A questo Dio dovreste anche voi prestar giuramento come i soldati di Cesare. Ma essi, in quanto ricevono la paga, giurano di porre sopra tutto la salute di Cesare, e voi, che siete stati ritenuti degni di tanti e sì grandi doni, non presterete il giuramento o, prestatolo, non lo manterrete? E qual è il giuramento? Di non disobbedir mai, di non accusare né biasimare niente che vi sia stato concesso da Dio, di non fare né subire contro voglia ciò che è inevitabile. È simile in qualche modo questo giuramento a quello? Da una parte, i soldati giurano di non porre niente sopra Cesare: voi, dall'altra, di mettere voi stessi sopra tutte le cose. (XIV, 12-17; 1960, p. 42)
*Nessuna cosa grande compare all'improvviso, nemmeno l'uva, nemmeno i [[fico|fichi]]. Se ora mi dici: "Voglio un fico"; ti rispondo: "Ci vuole tempo". Lascia innanzitutto che vengano i fiori, poi che si sviluppino i frutti e, poi, che maturino. (XV, 7)
*C'è niente di più inutile dei [[barba|peli del mento]]? Ebbene, non si è servita la natura anche di questi nel modo più opportuno che poteva? Non ha distinto con essi il maschio e la femmina? (XVI, 10; 1960, p. 44)