Aung San Suu Kyi: differenze tra le versioni

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*I Kachin hanno molte danze a cui partecipano sia uomini sia donne. Esse rappresentano la corsa a cavallo, la pesca con le reti, la ricerca del bestiame sparso; ci sono anche quelle funebri, eseguite al suono di gong incitanti. (p. 61)
*I Kachin sono un popolo di bell'aspetto; gli uomini appaiono molto battaglieri con i loro turbanti, i pantaloni a sbuffo e le spade ricurve al fianco. Le donne colpiscono per i costumi pesantemente decorati con ornamenti d'argento. (p. 62)
*Al pari dei Chin e dei Kachin, anche i [[Karen (etnia)|Karen]] erano spiritisti per tradizione; oggi, invece, vi sono molti cristiani e alcuni buddisti, oltre ad altri gruppi religiosi specifici di questo popolo. Uno fra i più interessanti professa la fede ''Leke'', una variante buddista basata sul culto del Maitreya, il Budda che si manifesterà in futuro. Tuttavia, a differenza degli altri buddisti, la loro fede non prevede immagini sacre, pagode o monaci. Il monumento religioso principale è una struttura in legno priva di recinzioni. Al centro si eleva un alto palo sormontato da un ombrello sacro. Gli adepti della fede Leke osservano dieci regole di condotta che sembrano rispecchiare i precetti buddisti. (p. 62)
*Come gran parte dei popoli della Birmania, anche i Karen sono vissuti tradizionalmente di agricoltura e hanno fama di esperti boscaioli. Una loro specialità è la cattura e l'addestramento degli elefanti, che imparano a spostare grossi tronchi d'albero. L'addomesticamento si basa sulla pazienza e la perserveranza, senza ricorso a metodi crudeli. (p. 62)
*L'unico fattore di grande influenza sulla cultura e civiltà birmana è il buddismo Theravada; in tutte le parti del paese in cui vivono Birmani vi sono pagode e monasteri buddisti. Le cuspidi affusolate delle pagode, dipinte di bianco o d'oro risplendente, sono una componente essenziale del paesaggio. Non a caso la Birmania è sovente definita il «Paese delle pagode». (p. 68)
*Non è il [[potere]] che corrompe, ma la paura. Il timore di perdere il potere corrompe chi lo detiene e la paura del castigo del potere corrompe chi ne è soggetto. (p. 183)
*Sarebbe difficile sconfiggere l'ignoranza senza la libertà scevra di paura di perseguire la verità. Dal momento che il rapporto fra paura e corruzione è tanto stretto, non può meravigliare che in ogni società in cui matura la paura, la corruzione si radichi profondamente in tutte le sue forme. (p. 183-184)