Andrea Emo: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
wlinks, fix
Riga 27:
*La [[democrazia]] è il deserto; ed è monoteista; l'eguaglianza è il deserto del monoteismo democratico – le estreme civiltà riproducono il deserto dei nomadi – tutti si pentono degli Olimpi della civiltà. (p. 18)
*Il tentativo di [[conoscenza|conoscere]] il soggetto, di conoscere la conoscenza, l'individualità, la divinità, è sempre punito dal fulmine celeste o dalle rivendicazioni o dagli inferi – tentativo di conoscere che si perpetua come gloria e come colpa, come supremazia e maledizione [...] (p. 30)
*L'[[angoscia]] è una delle forme con cui conosciamo il [[tempo]]; un nostro modo di individuare il tempo; forse perché è il modo con cui individuiamo, riconosciamo la morte, la morte in noi e nel tempo; il tempo è l'araldo della morte. (pp. 34-35)
*La Musa [[Clio]] suona la sua lira, melodiosa come la memoria, assisa su una spaventevole montagna di cadaveri – essa tenta di evocare, dai defunti dei secoli defunti, delle figure più viventi di quelle di noi attuali. (p. 36)
*Gli spiriti della [[notte]] sono i figli delle tenebre e dell'abisso, sono gli arcangeli della disperazione, oppure sono i sogni della salvezza? (p. 52)
Line 34 ⟶ 35:
*Nell'epoca del [[destino]] il tempo non è più creatore, ma lento subdolo fatale distruttore; e distruttore di se stesso. Le epoche del destino, che noi abbiamo creato e che, come ogni creatura, strappa il potere al creatore, sono le creature del tempo e tentano di distruggerlo, nell'atto in cui lo sono. Ma il tempo è distruttore di se stesso, come il destino. (p. 131)
*Io ho passato la mia vita inseguendo le [[chimera|Chimere]] e me ne congratulo; non vi è nulla di più interessante, piacevole e degno. La caccia alle Chimere è la più bella ed esaltante delle cacce.<ref>Citato in: Marcello Veneziani, ''Alla luce del mito'', Marsilio editori, 2017, p. 58. ISBN 978-88-317-2639-9</ref> (p. 151)
*Il divieto di conoscere riguarda noi stessi; noi siamo nell'atto stesso Orfeo ed Euridice, amore e psiche, Lohengrin ed Elsa. Noi abbiamo un nome scritto forse nei cieli, ma perciò noto anche agli inferi. Esso è il paesaggio dai cieli agli inferi. Ma questo nostro nome segreto, il nome che vive in noi, noi lo viviamo, ma non possiamo conoscerlo. (p. 178)
 
==Note==