Henri-Marie de Lubac: differenze tra le versioni

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==''Il dramma dell'umanesimo ateo''==
*L'[[umanesimo]] esclusivo è un umanesimo disumano. (p. 13)
*Irrompendo in un mondo che tende sempre a chiudersi, Dio vi apporta senza dubbio un'armonia superiore, ma che può essere raggiunta solo a prezzo di una serie di rotture e di lotte, serie lunga tanto quanto il tempo stesso.
*Non è vero che l'uomo, come sembra talvolta si dica, non possa organizzare il mondo terreno senza Dio. È vero però che, senza Dio, non può alla fin dei conti che organizzarlo contro l'uomo. (p. 13)
*L'[[umanesimo]] esclusivo è un umanesimo disumano.
*Irrompendo in un mondo che tende sempre a chiudersi, Dio vi apporta senza dubbio un'armonia superiore, ma che può essere raggiunta solo a prezzo di una serie di rotture e di lotte, serie lunga tanto quanto il tempo stesso. (p. 14)
*La [[terra]], che senza Dio potrebbe cessare di essere un caos solo per diventare una prigione, è in realtà il campo magnifico e doloroso dove si prepara la nostra esistenza eterna. (p. 14)
*Noi oggi stiamo verificando sperimentalmente che "dove non c'è Dio, non c'è neppure uomo".
*[[Friedrich Nietzsche|Nietzsche]] e [[Charles Péguy|Péguy]]: due profeti che dominano la nostra epoca. Entrambi concordano nel fare un'opera di critica. Entrambi maledicono il «mondo moderno». Una parte delle loro diagnosi coincide. Tuttavia i loro due messaggi restano opposti. L'uno e l'altro si ricollegano a un passato che viene dal profondo delle età, ma non ne scelgono la stessa vena. L'uno e l'altro annunciano tempi nuovi, ma non li plasmano con lo stesso metallo. Se da una parte Nietzsche è il profeta della rottura, dall'altra Péguy è il profeta della fedeltà. E mentre per incatenarci al carro traballante del suo Dioniso Nietzsche è sempre più portato a maledire la croce di Cristo, Péguy mostra in Gesù colui che raccoglie tutto il tragico antico per trasfigurarlo [...] (pp. 79-80)
*Non è vero che l'uomo, come sembra talvolta si dica, non possa organizzare il mondo terreno senza Dio. È vero però che, senza Dio, non può alla fin dei conti che organizzarlo contro l'uomo.
 
 
{{NDR|Henri-Marie de Lubac, ''Il dramma dell'umanesimo ateo. {{small|L'uomo davanti a Dio}}'', vol. II, traduzione di Antonio Tombolini, ed Ezio Brambilla (per il capitolo ''La ricerca di un uomo nuovo''), Giorgio Cavalli. (per la redazione delle note), Jaca book, Milano, 1992. ISBN 88-16-30240-2}}
 
==''Il Verbo abbreviato''==