Ernst Jünger: differenze tra le versioni

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*[[Narciso (mitologia)|Narciso]] fece la conoscenza di se stesso, ma non conobbe se stesso. «Conosci te stesso» stava scritto sul tempio di Apollo a [[Delfi]]: Narciso, come altri prima e dopo di lui, fallì di fronte a questo compito, il più difficile di tutti; cercò se stesso nel riflesso della sua propria immagine. La parola «conoscere» ha un significato duplice; Narciso si abbandona a un'avventura erotica, come Faust a un'avventura spirituale. (da ''Crani e bizzarrie'', ''Ingresso'', pp. 31-32)
*{{NDR|La [[Necropoli di Tarquinia]]}} Sono molti quelli che hanno sentito la felicità che si offre laggiù, vicino ai morti. Lì non c'è bisogno della droga: la presenza è intensa. Del resto, la «presenza» è la forma intensa dell'«attimo». L'attimo è la coppa, la presenza il vino. (''Praesentia'' significa anche intrepidezza e anche potere: [[Publio Ovidio Nasone|Ovidio]], «''tanta est praesentia veri''», ''Metamorfosi'', IV, 612{{sic|.)}} Di sopra il sole era più caldo, il papavero fioriva più vigorosamente. Era davvero come se si fosse bevuto del vino; molti dei visitatori risalendo hanno avuto quest'impressione. Laggiù la morte è gentile, presente in veste di regina della festa. (da ''Luce oltre il muro'', ''Ingresso'', p. 55)
*La volontà di [[fuga]] non spinge l'uomo nel vuoto; a ogni uscita lo attende qualcos'altro. La fuga, intesa per se stessa come movimento, è fatale. (da ''Libri e città'', ''Europa'', p. 93)
*Il [[mito]] e la [[leggenda]] non cessano mai nella varietà delle loro immagini di indicare il prezzo che si esige in cambio del sapere. Il potere ottenuto è immenso, ma ciclopico, con un occhio solo. Non prendiamo nulla alla natura senza perdere qualcosa di nostro. (da ''Birra e vino II'', ''Europa'', p. 135)
*Questo è uno degli aspetti tragici dell'uomo moderno, anzi forse ''il'' vero aspetto tragico: saper dominare il modo, e tuttavia fallire nella sostanza. l'uomo moderno è perfetto anche nel declino. (da ''Sul grobianesimo'', ''Europa'', p. 147)
*Le [[farfalla|farfalle]] volteggiano nel fitto dei fenomeni, nella cui ombra la pantera sogna. (da ''Sulle tracce di Maupassant'', ''Europa'', p. 162)
*Che cosa significa in realtà «essere» (''wesen'')? Molto tempo prima che esistessero i filosofi, una manciata di verbi ausiliari di origine indogermanica si è {{sic|spartito}} il cosmo.<br>Quando diciamo di qualcuno: «È assente» (''abwesend''), questa frase può indicare uno stato in cui quel qualcuno è nel contempo anche presente (anwesend); ''wesen'' deve allora esprimere più un'attività che uno stato. L'assenza e la presenza sono spaccature dell'essere (''des Seins''). Il ''Wesen'' ha potere temporale, il ''Sein'' extratemporale. (da ''Oppio'', ''Oriente'', p. 214)