Salvator Gotta: differenze tra le versioni

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'''Salvator Gotta''' (1887 – 1980), scrittore italiano.
 
==''I giganti innamorati''==
===[[Incipit]]===
Simone Langhe tratto tratto si volgeva dal divano ove stava seduto, accanto all'autista, accennava con gesti rapidi della mano al passaggio fuggente oltre i vetri dell'automobile e gridava alle sue figliuole:<br>– Guardate! Guardate! – Entusiasta.<br>Germaine, seduta accanto a Dino D'Orea sullo strapuntino, e Zosi, seduta nel divano posteriore accanto a Pia, assentivano del capo per significare che guardavano, sì, sì, guardavano e ammiravano quel paesaggio fuggente: dossi di montagne folte di pini, baratri a strapiombo oltre l'orlo della strada in salita, mandre pascolanti su verdi prati in declivo, balzar d'acque candide giù per dirupi, casolari, ponticelli sul torrente, una chiesina sul versante in ombra, una cima nevosa profilata sul cielo, nello sfondo della valle.
 
===Citazioni===
*Non v'è alpinista che non sosti, in silenzio religioso, ove è un segno messo a ricordo perenne d'un morto in montagna. I morti della montagna sopravvivono nel luogo ove sono caduti. (p. 20)
 
==''Il nome tuo''==
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*«''Io non sapevo... Certo non pensai<br>che quando soli, s'è marciato assai<br>nella bufera incontro ad una sorte,<br>oltre la [[gioia]] ed oltre anche la [[morte]],<br>non si dovrebbe ritornare mai''» (p. 122)
 
==''IIl gigantipiccolo innamoratialpino''==
===[[Incipit]]===
La mattina del 24 dicembre 1914, un piccolo gruppo di persone saliva su per la strada del Gran San Bernardo.<br>Quelle persone erano il signor Michele Rasi, bell'uomo forte e robusto, di una quarantina d'anni, la signora Ebrica sua moglie e suo figlio Giacomino, un ragazzetto di dieci anni, bruno, tozzo, coraggioso camminatore.
Simone Langhe tratto tratto si volgeva dal divano ove stava seduto, accanto all'autista, accennava con gesti rapidi della mano al passaggio fuggente oltre i vetri dell'automobile e gridava alle sue figliuole:<br>– Guardate! Guardate! – Entusiasta.<br>Germaine, seduta accanto a Dino D'Orea sullo strapuntino, e Zosi, seduta nel divano posteriore accanto a Pia, assentivano del capo per significare che guardavano, sì, sì, guardavano e ammiravano quel paesaggio fuggente: dossi di montagne folte di pini, baratri a strapiombo oltre l'orlo della strada in salita, mandre pascolanti su verdi prati in declivo, balzar d'acque candide giù per dirupi, casolari, ponticelli sul torrente, una chiesina sul versante in ombra, una cima nevosa profilata sul cielo, nello sfondo della valle.
 
===Citazioni===
*L'anima dei montanari è rude e taciturna; le sue espressioni di gioia e quelle del suo dolore non sono mai clamorose: l'entusiasmo appare di rado sui volti chiusi e duri. Raramente la gente di montagna compie dei gesti impulsivi che possano destare, in chi vede, ammirazione o sdegno. Ma essa obbedisce a un senso del dovere con serenità pacata e tenace, ferrea nel sacrificio, costante nel lavoro, incorruttibile nel rispetto alle migliori tradizioni, alla fede dei padri, all'amore per la Patria. (p. 26)
*Non v'è alpinista che non sosti, in silenzio religioso, ove è un segno messo a ricordo perenne d'un morto in montagna. I morti della montagna sopravvivono nel luogo ove sono caduti. (p. 20)
 
==''La più bella novella del mondo''==
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*Per Natale, mi han regalato un bell'album colorato. Dice una scritta sul frontespizio:<br>«''Volta il foglio, bel bambino, vedrai Lucia che fila il lino. |Ecco Lucia che fila il lino, volta il foglio, vedrai Martino. | Ecco Martino che monta a cavallo, volta il foglio, vedrai il gallo. | Ecco il gallo che canta la mattina, volta il foglio, vedrai la gallina. | Ecco la gallina che fa le ova, volta il foglio, vedrai il serpente boa. | Ecco il serpente [[boa (zoologia)|boa]] che striscia per terra, volta il foglio, vedrai la guerra''.» (p. 65- 67)
*L'opera poetica del [[Giovanni Cena|Cena]] tocca tutta la gamma della trascendenza spirituale accorata, tormentata, dolorosa che tenne vivi gli "spiriti buoni" in uno dei più tristi periodi della storia dell'anima italiana.
 
==''Il piccolo alpino''==
===[[Incipit]]===
La mattina del 24 dicembre 1914, un piccolo gruppo di persone saliva su per la strada del Gran San Bernardo.<br>Quelle persone erano il signor Michele Rasi, bell'uomo forte e robusto, di una quarantina d'anni, la signora Ebrica sua moglie e suo figlio Giacomino, un ragazzetto di dieci anni, bruno, tozzo, coraggioso camminatore.
 
===Citazioni===
*L'anima dei montanari è rude e taciturna; le sue espressioni di gioia e quelle del suo dolore non sono mai clamorose: l'entusiasmo appare di rado sui volti chiusi e duri. Raramente la gente di montagna compie dei gesti impulsivi che possano destare, in chi vede, ammirazione o sdegno. Ma essa obbedisce a un senso del dovere con serenità pacata e tenace, ferrea nel sacrificio, costante nel lavoro, incorruttibile nel rispetto alle migliori tradizioni, alla fede dei padri, all'amore per la Patria. (p. 26)
 
==''Ottocento''==