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Incipit di "Le origini del fascismo"
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*Che cosa indusse Mussolini a tenere per tutta la seduta del Gran Consiglio<ref>{{cfr}} [[w:Gran consiglio del fascismo|voce su Wikipedia]]</ref> {{NDR|del 24-25 luglio 1943}} un atteggiamento nel complesso passivo? Due ne furono probabilmente gli elementi determinanti: l'illusione iniziale che fosse in causa la sola restituzione al re della delega dei poteri militari, e la fiducia che egli nutriva nell'amicizia di [[Vittorio Emanuele III]]. (''La riunione del Gran Consiglio'', p. 83)
*Le sue {{NDR|di Mussolini}} contraddizioni erano senza fine. Mentre ebbe a riconoscere che le [[Leggi razziali fasciste|leggi antisemite]] potevano essere state un errore, ad amministrarle, nella Repubblica di Salò<ref>{{cfr}} [[w:Repubblica Sociale Italiana|voce su Wikipedia]]</ref>, mise [[Giovanni Preziosi]], un ex prete, il più fanatico antisemita esistente in Italia, colui che, anche durante gli anni in cui di antisemitismo del regime ancora non si parlava neppure, aveva cercato di issare quella bandiera e di farla trionfare. (''Le farneticazioni di Mussolini'', p. 91)
 
==Incipit di ''Le origini del fascismo''==
Ideologicamente il nazionalismo si fonda sulla concezione astratta di Nazione, intesa come un assoluto e non come un composto organico e dialettico delle varie e concrete forze morali, sociali, politiche ed economiche che convivono nell'ambito di un popolo e di un paese.<br>Come formulazione ideologica e dottrinale, il nazionalismo affonda le sue radici, prevalentemente straniere, in scrittori soprattutto letterari. Si tratta di una mezza cultura «dai colori variopinti e chiassosi», che entusiasma la piccola borghesia, soddisfacendone i pregiudizi di superiorità morale e politica, la vacuità dei sentimenti fatti di retorica.<!--(''L'ideologia del nazionalismo e l'esperienza fascista'', p. 29)-->
 
==Note==