Liliana Segre: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Premio Exodus 2018, lettera aperta ai giovani
Riga 10:
*Mi fa impressione quando sento di barconi affondati nel [[Mar Mediterraneo|Mediterraneo]], magari 200 profughi di cui nessuno chiede nulla. Persone che diventano numeri anziché nomi. Come facevano i nazisti. Anche per questo non ho mai voluto cancellare il tatuaggio con cui mi hanno fatto entrare ad [[Campo di concentramento di Auschwitz|Auschwitz]]. {{NDR|matricola 75190}}<ref name=":1">Citato in Renato Franco, ''[http://www.corriere.it/spettacoli/18_aprile_20/gad-lerner-la-difesa-razza-921d8596-448d-11e8-af14-a4fb6fce65d2.shtml Gad Lerner, «La difesa della razza» inchiesta in sei puntate su Rai3]'', ''Corriere.it,'' 20 aprile 2018.</ref>
*Nel 1944, quando fummo deportati a Birkenau, ero una ragazza di quattordici anni, stupita dall'orrore e dalla cattiveria. Sprofondata nella solitudine, nel freddo e nella fame. Non capivo neanche dove mi avessero portato: nessuno allora sapeva di [[Campo di concentramento di Auschwitz|Auschwitz]].<ref name=":0" />
*Prima, durante e dopo la mia prigionia mi ha ferito l’l'[[indifferenza]] colpevole più della violenza stessa. Quella stessa indifferenza che ora permette che Italia e Europa si risveglino ancora razziste; temo di vivere abbastanza per vedere cose che pensavo la Storia avesse definitivamente bocciato, invece erano solo sopite.<ref name=":1" />
*Conosco i miei colleghi senatori a vita, sono stata troppo poco in aula per farmi un giudizio degli altri, non sono una vecchia volpe. Quando sono stata nominata ho detto al presidente Mattarella che sono sempre una bambina: mi hanno chiuso la porta della scuola e ottant’anni dopo mi hanno aperto quella del Senato.<ref name="democrazia">Citato in Marco Damilano ''[http://espresso.repubblica.it/attualita/2018/06/05/news/liliana-segre-la-democrazia-finisce-piano-piano-1.323372?ref=HEF_RULLO Liliana Segre: «La democrazia finisce piano piano»]'', ''L'Espresso'', 5 giugno 2018.</ref>
*Quando ho conosciuto [[Sergio Mattarella|Mattarella]] e abbiamo parlato eravamo tutti e due con i capelli bianchi, alle spalle anche lui ha avuto un dramma che ti segna la vita, ci siamo ritrovati come un fratello e una sorella. È il presidente della Repubblica, ma io lo considero come mio fratello, come una persona che fa parte della mia famiglia. Ho letto anch'io cosa hanno scritto in rete, quando gli hanno augurato la fine di suo fratello mi son venute in mente le minacce contro di me da bambina, rispondevo al telefono e una voce mi chiedeva: perché non muori? Perché non morite? Questi cattivi sentimenti ci sono sempre stati, il web li amplifica, ma non è solo una questione di mezzi di espressione. Ci sono i tempi che consentono a queste persone di comportarsi così. C’è stato un tempo dopo la guerra, dopo l’orrore di milioni di morti, che queste parole e questi comportamenti sono sembrati sparire. Sono arrivate altre esigenze, la gente ha pensato all’arricchirsi, a farsi notare. La bellezza, il consumismo, il successo, essere qualcuno, sono diventati idoli. Poi gli idoli cadono e nel vuoto sono tornate parole antiche.<ref name="democrazia"/>
*Ho la paura della perdita della [[democrazia]], perché io so cos’è la non democrazia. La democrazia si perde pian piano, nell’indifferenza generale, perché fa comodo non schierarsi, e c’è chi grida più forte e tutti dicono: ci pensa lui.<ref name="democrazia"/>
*Questo è un anno dalla doppia ricorrenza, le orrende [[Leggi razziali fasciste|leggi razziste]] e, fortunatamente, dieci anni dopo, l'entrata in vigore della [[Costituzione Italiana|Carta fondamentale]]. Il filo rosso che le unisce è l'articolo 3, quel Manifesto dell'eguaglianza e della [[dignità]] umana che deriva direttamente dalla [[rivoluzione francese]].<ref>Citato in {{cita web | url = https://www.ilsecoloxix.it/genova/2019/01/28/news/giornata-della-memoria-il-rabbino-capo-di-genova-sui-migranti-non-possiamo-rimanere-indifferenti-1.30302420 | titolo = ''Giornata della Memoria, il rabbino capo di Genova: «Sui migranti non possiamo rimanere indifferenti»'' | data = 26 gennaio 2019}}, su ''Il Secolo XIX'', Cronaca locale di Genova. URL archiviato il [http://archive.is/Ixp0f/ 9 agosto 2019].</ref>
*Chi entra nel memoriale della Shoah trova scritta una parola: indifferenza. Da senatrice ho depositato un disegno di legge per istituire una commissione parlamentare bicamerale di monitoraggio e di controllo sugli “hate speech”, i discorsi d’odio. Un invito che il Consiglio d'Europa ha fatto ai 47 Stati membri, il nostro sarebbe il primo caso. Le parole d'odio sono l'anticamera della fine della democrazia. L'imbarbarimento del linguaggio è arrivato a livelli intollerabili. In questi giorni si è scritto di un mercato di divise da deportati di Dachau, che parole si possono trovare?<ref name="democrazia"/>
*La mia speranza è che un giorno possano nascere gli Stati Uniti d’Europa, ora appare un’utopia, lo abbiamo visto sulla questione dei migranti, in cui ogni Stato ha dato spazio al suo egoismo nazionale. Io la speranza ce l’ho, ho sempre scelto la vita, ho conosciuto nella mia vita tanti affetti, un lungo amore.<ref name="democrazia"/>