Michel de Montaigne: differenze tra le versioni

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*La [[superstizione]] [...] presenta pure qualche aspetto di pusillanimità. (I; 2014)
*L'animo più moderato del mondo ha fin troppo da fare a tenersi in piedi e a cercare di non precipitare a terra per la propria debolezza. Non ce n'è uno fra mille che sia dritto e saldo un istante della sua vita. E si potrebbe mettere in dubbio se, per la sua naturale condizione, possa mai esserlo. Ma aggiungervi la costanza è la sua estrema perfezione. Dico quando niente lo scuotesse, cosa che mille accidenti possono fare. Lucrezio, quel grande poeta, ha un bel filosofare e irrigidirsi, eccolo reso pazzo da un beveraggio amoroso. Pensano forse {{NDR|i saggi}} che un'apoplessia non stordisca Socrate allo stesso modo di un facchino? Alcuni hanno dimenticato perfino il loro nome per la violenza di una malattia, e ad altri una leggera ferita ha sconvolto la mente. Sia pur saggio quanto vuole, ma infine è un uomo: che cosa c'è di più caduco, di più miserabile e di più insignificante? La saggezza non modifica le nostre condizioni naturali [...]. (II; 2012, p. 613)
*È difficile che il ragionamento e l'insegnamento, anche se la nostra opinione vi aderisca volentieri, siano abbastanza potenti da indurci all'azione, se oltre a ciò non [[Esercizio|esercitiamo]] e formiamo la nostra anima, per mezzo dell'esperienza, a quel modo di vivere a cui la vogliamo abituare: altrimenti, quando sarà alle prese coi fatti, si troverà senz'altro impacciata. (VI; 2012, p. 655)
*Il mio mestiere e la mia arte è vivere. (VI; 2014)
*[...] generalmente ci sentiamo più commossi dai saltelli, dai giochi e dalle moine puerili dei nostri bambini, di quanto lo siamo in seguito per le loro azioni del tutto consapevoli: come se li avessimo amati per nostro passatempo, come scimmiette, non come uomini. (VIII; 2012, p. 687)
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*L'ambizione ripaga bene la sua gente tenendola sempre in mostra, come la statua in un mercato. (III; 2014)
*Si esaspera il male contrastandolo. Vediamo, nei discorsi comuni, che quello che posso aver detto senza pensarci, se uno viene a contestarmelo, mi ci formalizzo, lo sposo; peggio ancora se ci avessi interesse. (IV; 2012, p. 1535)
*È una dolce passione la [[vendetta]], di grande peso e naturale [...]. (VI; 2012, pp. 1543 e 1545)
*[...] un acerbo pensiero mi occupa, trovo più spiccio cambiarlo che domarlo. Gliene sostituisco, se non posso uno contrario, almeno uno diverso. La variazione solleva sempre, dissolve e dissipa. Se non posso combatterlo, gli sfuggo, e sfuggendolo scantono, gioco d’astuzia: mutando luogo, occupazione, compagnia, mi salvo nella moltitudine di altre faccende e pensieri, dove esso perde la mia traccia e mi smarrisce. La natura procede così grazie al beneficio dell'incostanza. (IV; 2012, p. 1545)
*Una piccola cosa ci distrae e ci distoglie, poiché una piccola cosa ci occupa. Non guardiamo mai gli oggetti all'ingrosso e da soli: sono circostanze o immagini minute e superficiali che ci colpiscono, e vane scorze che ridondano dagli oggetti [...]. (IV; 2012, p. 1547)