Sergio Gradenigo

diplomatico italiano (1886-1966)

Sergio Gradenigo, pseudonimo di Augusto Sergio Bienenfeld (1886 – 1966), diplomatico italiano.

Citazioni

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  • Oggi un collettivista riceve circa 5 rubli al giorno di tangente personale e se anche non può acquistare tutto ciò di cui avrebbe bisogno e che le fabbriche non fanno a tempo a produrre, o producono a prezzo troppo alto, può almeno risparmiare e sperare nel futuro. Ma le cooperative per gli operai nelle città sono in compenso naturalmente vuote, perché anche il poco che è rimasto al Kolchoz e non è stato requisito dallo Stato va sul mercato, ed ora sono gli operai a soffrire la fame e la miseria. (Conseguenze della collettivizzazione nel villaggio di Lustdorf, presso Odessa, 6 dicembre 1932)[1]
  • I contadini (si parla però naturalmente soltanto di «Kulaki») sono ora accusati, nelle sedute del PC, di accumulare denaro e perciò della rarefazione della moneta e tutto ciò prelude forse, come si dice da tempo, all'abolizione del rublo, che colpirà i Kulaki, che li tengono nascosti mentre l'istituzione di una nuova moneta ridarà all'operaio la possibilità di acquistare derrate sul mercato, che oggi gli è precluso.
    Ma non è con questi colpi menati ora al cerchio ed ora alla botte che l'economia sovietica potrà migliorare, poiché gli errori stanno prima di tutto nella concezione dei programmi, che hanno guastato e ridotto la produttività della terra. (Conseguenze della collettivizzazione nel villaggio di Lustdorf, presso Odessa, 6 dicembre 1932)[1]
  • Uno dei miei informatori mi diceva: «Ormai è chiaro il disegno di sottrarre all'Ucraina qualsiasi possibilità di rivendicazioni autonomistiche, anche le più modeste. Si va incontro alla russificazione del Donec, dove già è annunciato per l'anno prossimo il programma dei teatri totalmente in lingua russa. L'opera ucraina è riserbata ancora soltanto a Kiev, Odessa e Kharkov. Di più si parla di ripopolare le campagne rese deserte con comunisti tedeschi (?) o almeno così si pensava di fare, quando ancora Hitler non era Cancelliere. Ora forse non li lascerebbe più uscire dalla Germania. Di Ucraino non sopravviverà che quel tanto che basterà alla politica di Mosca, per farne una base per rivendicazioni dell'Ucraina Polacca. In questa sua politica sa che potrebbe contare in qualunque momento sul concorso di tutti gli Ucraini superstiti, per quanto essi siano oggi maltrattati. Quanto alle nostre speranze esse sono ridotte ormai a pensare alla chimera di un intervento giapponese...» (22 giugno 1933)[2]
  • La requisizione di uomini ha assunto caratteri di tratta dei negri. L'altro ieri hanno circondato il bazar, preso tutta la gente valida, uomini donne ragazzi e ragazze e li hanno portati, inquadrati da GPU, alla stazione e spediti ai campi. (I lavori forzati nelle campagne, 20 luglio 1933)[3]
  • Piuttosto che di una scomparsa del fenomeno si deve parlare ora di una deviazione nel senso che la carne umana non viene mangiata più consciamente, ma fatta mangiare da chi crede di mangiare tutt'altra cosa. È insomma una specie di speculazione a base di carne di cadavere. (Fame e cannibalismo, 15 agosto 1933)[4]
  • Nella campagna dei dintorni di Kiev i contadini sono particolarmente irritati contro i lavoratori che vengono invitati sui campi dalle città. Anche qui si sente dire da essi, che invece di mandare dei buoni a nulla diano piuttosto il pane ai contadini, che allora lavoreranno. (Situazione nella campagna ucraina, 16 agosto 1933)[5]
  • L'Armata Rossa, del cui intervento si è ripetutamente parlato come di quello che dovrebbe salvare il raccolto, viene efettivamente impiegata da qualche tempo, ma soltanto nei Sovchozy dell'Armata stessa, perché il governo teme di vederne scossa la compagine, se dovesse venire a contatto con i contadini delle Collettive e, peggio, con gli indipendenti. (Situazione nella campagna ucraina, 16 agosto 1933)[5]
  • Il calcolo fatto sulla meccanizzazione è fallito. Ripetutamente e da ogni dove fu pubblicato che il rendimento meccanico fu misero, meno del 50 per cento del previsto. Le Kombins furono incapaci di lavorare sui campi invasi da piante parassite e mal livellati; le trattrici rivelarono difetti di fusione; tutte e due minima resistenza. Le Kombins lasciarono costantemente, come l'altro'anno una fortissima percentuale di grano attaccata alle spighe (ora le seminatrici lavorano a scatti e sussulti). Per tutte le macchine agricole fu deleterio il cattivo uso, l'ignoranza, la trascuratezza degli addetti. La mancanza di animali da lavoro ed il poco rendimento dei contadini superstiti denutriti (usavano dire: lasciate in città quelli che non capiscono nulla di lavori campagnoli e dateci più da mangiare e vi faremo vedere ciò che sappiamo fare) e dei cittadini non allenati, alterarono il resto del calcolo governativo. (Andamento del raccolto del grano, barbabietola, patate, 1 ottobre 1933)[6]
  • I contadini dicono tutti: quando si era indipendenti, ognuno aveva una scorta sufficiente per seminare al caso, subito, quanto si poteva stimare più adato. Ora bisogna attendere il benestare degli agronomi del governo, che ignorano le particolarità dei terreni, danno il permesso di arare di nuovo e di seminare di nuovo dopo aver fatto perdere dei giorni preziosi, quando non sono settimane, e prescrivono semine che non sono sempre adatte a tutta la regione e poi... le sementi arrivano, quando non servono più a nulla e dobbiamo anche mangiarne una parte per non crepare tutti di fame. (Situazione nella campagna ed andamento delle semine, 15 maggio 1934)[7]
  • Da qualche giorno la razione di pane è stata ridotta di 100 gr a persona. La vendita libera continua, ma la produzione è stata ridotta, per cui non danno più di mezzo kg di pane a testa e dopo qualche ora la vendita negli spacci cessa per mancanza di pane. In compenso hanno esposto in tutte le vetrine, in attesa della missione di professori francesi, una quantità di pani e di legno dipinto, molto bene imitati. (Situazione nella campagna ed andamento delle semine, 15 maggio 1934)[7]

Da Andamento della stagione agricola nell'Urss e previsioni per la prossima semina

Kharkov, 5 marzo 1932; citato in Andrea Graziosi, Lettere da Kharkov. La carestia in Ucraina e nel Caucaso del nord nei rapporti diplomatici italiani 1923-33, Einaudi, 1991, pp. 97-100, EAN 9788806121822

  • La verità è che grano non ce n'è più nelle campagne, che uomini e bestie soffrono la fame, le bestie crepano, gli uomini vendono fin l'ultima cosa potuta salvare fino ad oggi e si recano nelle città a comperare un po' di farina o di pane.
  • Si è detto al contadino che per la seminagione avrebbe provveduto il Governo, con invii successivi di semi; oggi però allo stesso contadino si dichiara che deve arrangiarsi da solo e procurarsi la semente, dove meglio crede.
  • Resta da considerare che all'ultimo momento il Governo potrebbe, al fine di evitare una catastrofe, bloccare tutti i trasporti, come ha già fatto altre volte, e dedicare tutta la capacità di trasporto delle ferrovie per l'inoltro di sementi nelle campagne, prendendo il grano dalle riserve fino ad oggi considerate intangibili.
  • Le sementi a disposizione alla vigilia ultima della campagna primaverile sono del 50 per cento inferiori al bisogno. I trattori sono insufficienti di numero, essendone rimasta la consegna in arretrato con un numero imprecisabile, ma che deve essere imponente se la stampa non ha il coraggio di parlarne.
  • La trazione animale si presenta problematica, data la moria dei cavalli, e né le conferenze dei «competenti» e dei «responsabili», né le esortazioni a curare i cavalli e a promuoverne l'allevamento (all'ultima ora!) possono cambiare faccia al problema che è costituito dalla mancanza di foraggio. Per tutte queste considerazioni la prossima campagna di semina presenta un orrizonte molto oscuro.

Da Situazione alimentare e caro-vita. Bande armate nelle campagne

Kharkov, 19 maggio 1932; citato in Andrea Graziosi, Lettere da Kharkov. La carestia in Ucraina e nel Caucaso del nord nei rapporti diplomatici italiani 1923-33, Einaudi, 1991, pp. 109-110, EAN 9788806121822

  • È noto che per ogni gallina, che i contadini tengono, devono pagare ancora R. 3,50 il mese di tassa al Governo, oppure fornire Nr. 30 uova. Ho chiesto come si possa pretendere che una gallina faccia puntualmente un uovo al giorno e quale margine di utile resta al contadino, se deve dare tutto il provento allo Stato. Mi è stato risposto che per ogni gallina denunciata se ne devono supporre logicamente altre due non denunciate.
  • Le file della gente che attende la distribuzione del pane sono divenute INTERMINABILI; si vede gente lungo tutto il marciapiedi di una via per 300-400 metri e si può trovare la bottega, dove viene distribuito, nella via parallela, dall'altra parte dell'isolato. Gente con seggiola e libri da leggere. L'altra sera la distribuzione è cominciata alle ore 18 e la fila l'avevo rimarcata lunga per mezza Puškinskaja, già alle 9 del mattino.
  • I mendicanti delle vie non vogliono più accettare denaro, perché anche con quello non possono avere pane e chiedono pane.

Da Esodo di colonisti tedeschi

Kharkov, 29 novembre 1932; citato in Andrea Graziosi, Lettere da Kharkov. La carestia in Ucraina e nel Caucaso del nord nei rapporti diplomatici italiani 1923-33, Einaudi, 1991, pp. 123-124, EAN 9788806121822

  • Ho l'onore di comunicare che da qualche tempo l'esodo di contadini tedeschi dall'Urss si è andato accentuando, assumendo l'aspetto di una vera e propria fuga. Le famiglie si presentano al Consolato germanico dichiarando che la vita è resa loro impossibile dalle continue angherie, alle quali sono esposti da parte delle autorità fiscali e della GPU. A nulla serve più possedere la dichiarazione che si è soddisfatto completamente l'obbligo fiscale della consegna di grano e pagate le tasse. Finché in casa c'è ancora qualche cosa da poter requisire, le imposizioni si susseguono.
  • Le famiglie oriunde tedesche, che si trovano in Russia ancora da anteguerra, ma hanno conservato la cittadinanza germanica, sono circa 1000 in tutto e tutte stanno preparandosi al rimpatrio.
  • Mi consta che l'umore fra i tecnici e ingegneri tedeschi è dei più ostili. Uno che a suo tempo aveva firmato la nota dichiarazione comparsa sui giornali, con la quale un gruppo di ingegneri e tecnici stranieri si impegnavano a continuare a prestare servizio in difesa dell'Urss anche in caso di un conflitto armato con gli Stati capitalistici, e del cui filocomunismo almeno non era il caso di dubitare, partendo l'altro giorno per la Germania, ha ricordato che lui e sua moglie hanno meno di ½ kg di pane immangiabile al giorno, che l'Urss affoga nell'inflazione, che tutto va a rotoli e che è disgustato di questa baraonda.

Da Situazione alimentare, morale e sanitaria a Časov-Jar, Aremovsk, Donec

Kharkov, 29 novembre 1932; citato in Andrea Graziosi, Lettere da Kharkov. La carestia in Ucraina e nel Caucaso del nord nei rapporti diplomatici italiani 1923-33, Einaudi, 1991, pp. 125-128, EAN 9788806121822

  • Gli operai giovani credono fermamente, quasi tutti, nel raggiunto primato industriale russo, che avrebbe secondo loro già superato la capacità produttiva, sia per qualità, che per quantità, che per organizzazione del lavoro, degli Americani, Tedeschi, Inglesi ecc. Essi credono ancora che le condizioni attuali di vita dell'Urss siano le migliori del mondo, perché altrove l'operaio è disoccupato, muore letteralmente di fame e «corre attorno nudo in cerca d'elemosina».
    Questi due punti vengono loro continuamente ribaditi, commentati, ripresentati sotto forma di conversazioni, letture ecc. nelle conferenze e nei comizi.
    Ad onta di questa continua pressione esercitata sul loro cervello in questi ultimi tempi gli «Urrah!» per l'Internazionale, per la Rivoluzione, per Stalin ecc. hanno trovato assai scarsi echeggiatori; anzi nell'adunanza del 7 novembre, secondo il Graziani, che vi era stato invitato, nessuno. Molti voltandosi avrebbero esclamato: «Dateci prima da mangiare se volete che gridiamo Urrah!»
  • Di questi operai della nuova generazione un buon 30 per cento è illeterato e moltissimi non sanno nemmeno leggere le ore su di un orologio.
    Gli operai della vecchia generazione, invece, non credono né al raggiunto primato industriale russo, né alle asserite condizioni più miserabili degli altri paesi in confronto dell'Urss. Ma sono pochi, non persuadono nessuno, vivono appartati dai giovani.
  • Vi sono case per famiglie, dove regna un sudiciume «da noi non immaginabile» ma la maggior parte vive in baracche dove dorme su pagliericci immondi. Non hanno mai avuto lenzuola, ma soltanto una coperta. Dormono vestiti.
  • Di carne, salsiccia ecc. non si parla nemmeno più, da mesi. La gente è letteralmente ischeletrita e, chi può, scappa a lavorare nelle campagne. La cooperativa non dà più che aceto, sale e, di quando in quando, sapone.
  • Ho chiesto al Graziani se dunque la situazione poteva venir comparata a quella della Germania negli ultimi tempi della guerra, durante i quali egli, giovanetto, vi dimorò.
    Mi rispose: «Quella! Ma quella al confronto era l'età dell'oro. Prima di tutto, per ogni tessera veniva effettivamente corrisposto ciò che essa dava diritto di avere. E invece qui danno pacchi di tessere, ma poi non si trova mai nulla di nulla da ritirare. E poi in Germania c'era almeno da tirare avanti, ma qui ormai non c'è veramente più che da esaurirsi fino a morire».

Da Banditismo a Kharkov

Kharkov, 6 gennaio 1933; citato in Andrea Graziosi, Lettere da Kharkov. La carestia in Ucraina e nel Caucaso del nord nei rapporti diplomatici italiani 1923-33, Einaudi, 1991, pp. 137-139, EAN 9788806121822

  • Già qualche settimana fa, il console polacco di Kiev, aveva trovato su alcuni giornaletti di campagna, la denuncia di sette casi di infanticidio, determinati dalla fame. Pare addirittura che si sia trattato di cannibalismo; così almeno quel console fece rapporto dell'avvenimento.
  • Si tratta sempre o quasi di furti, ai quali si dice debbasi aggiungere anche un commercio sempre più affermato, di carne umana. I piccoli sarebbero ridotti a carne da salsicce, i grandi a bestia da macello, perché due casi di questo genere sono stati ufficialmente controllati fino ad ora: ad Odessa un medico, amico del dott. Rose, messo in sospetto dall'aspetto della carne comperatagli sul mercato dai famigliari, chiamò un veterinario, che escluse trattarsi di carne di qualsiasi animale, per cui più facile risultò la determinazione che si trattava di carne umana. Qui in Kharkov il cuoco della fabbrica di Apparecchi elettrici, fu arrestato in seguito alla scoperta e constatazione che serviva carne umana. Si scolpò dichiarando di averla acquistata al Bazar, ma è ancora in prigione.
  • È stata arrestata pare una banda che attirava in una casa, a mezzo di una ragazza, i meglio vestiti, di passaggio per Kharkov. Un professore mentre stava per recarsi a letto scoprì un cadavere sotto il letto stesso. Cercò di uscire, ma la porta era stata chiusa dal di fuori. Allora riuscì a scavalcare il davanzale della finestra e, poiché era ormai tarda notte, a fuggire, benché inseguito dalla banda, che si ecclissò dopo il fatto e soltanto parecchi giorni dopo pare sia stata acciuffata. Nella cantina della casa furono trovati poi 7 cadaveri.

Da Fermento e violenze

Kharkov, 24 febbraio 1933; citato in Andrea Graziosi, Lettere da Kharkov. La carestia in Ucraina e nel Caucaso del nord nei rapporti diplomatici italiani 1923-33, Einaudi, 1991, pp. 147-148, EAN 9788806121822

  • A Kharkov c'erano fra scolari e studenti una popolazione di 120 000 individui, in parte viventi in famiglia (minima) in parte negli acquartieramenti predisposti dal governo, acquartieramenti che concordamente mi vennero e mi vengono descritti come ambienti di vita materialmente e moralmente inferiori a quella del più immondo postribolo. Il sudiciume che vi regna è fantastico, la pulizia essendo affidata ai pensionanti. La promiscuità è ripugnante. Questa massa di studenti è stata assottigliata d'improvviso un paio di mesi fa, col sistema di esami improvvisi ai quali tutti furono sottoposti. Esami severi e, per la prima volta, fatti sul serio in base al programma di studio scientifico e non solamente di leninismo e marxismo. Un buon terzo sono stati rimandati e immediatamente sospesi dallo stipendio e dall'uso dei locali di abitazione, nelle case degli studenti. Durante gli esami sulle tavole nere comparivano continuamente scritte di questo genere: Dateci prima da mangiare e poi risponderemo.
  • La critica del Governo è ormai un fatto comune tra gli studenti, che sembrano disingannati ed anche inizialmente antibolscevichi o per lo meno sulla strada di divenirlo. Che la gioventù, sulla quale il Governo fa maggiore assegnamento, cominci ad essere per loro meno malcontenta e formuli apertamente delle critiche è fenomeno che lascia adito a possibili sviluppi, forse interessanti.
  • A Seržak il figlio del presidente del Comitato Esecutivo del PC è stato rapito, fatto a pezzi ed i pezzi gettati davanti alla porta di casa del padre. A Seržak stessa, la casa di un Capo comunista è stata nottetempo cosparsa di petrolio ed incendiata.

Da La fame e la questione ucraina

Kharkov, 31 maggio 1933; citato in Andrea Graziosi, Lettere da Kharkov. La carestia in Ucraina e nel Caucaso del nord nei rapporti diplomatici italiani 1923-33, Einaudi, 1991, pp. 168-174, EAN 9788806121822

  • La fame continua a menar strage così imponente fra la popolazione, che resta del tutto inspiegabile come il Mondo rimanga indifferente di fronte a simile catastrofe e come la stampa internazionale, così sollecita nell'invocare la riprovazione universale contro la Germania, rea di cosiddette «atroci persecuzioni degli Ebrei», Taccia pudicamente di fronte a questo macello organizzato dal governo sovietico, nel quale proprio gli Ebrei hanno una parte molto larga, anche se non di primo piano.
  • Al Bazar il 21 mattina i morti erano raggruppati come mucchi di stracci, nella mota e nello sterco umano, lungo la palizzata che limita il piazzale verso il fiume. Ce n'erano una trentina. Il 23 mattina ne ho contati 51. Un bambino succhiava il latte dalla mammella della madre morta, dal viso color grigio. La gente diceva: questi sono i boccioli della primavera socialista.
  • Soltanto da una settimana è stato organizzato il servizio per la raccolta dei bambini abbandonati. Infatti oltre ai contadini che affluiscono alla città, perché nella campagna non hanno più speranza alcuna di poter sopravvivere, vi sono i bambini che vengono portati qua e quindi abbandonati dai genitori che se ne ritornano al villaggio a morirvi. Essi sperano che in città qualcuno si prenda cura della loro prole. Fino ad una settimana fa essi giacevano però piangenti ad ogni cantone di casa, sui marciapiedi, dappertutto. Si vedevano bambine di 10 anni che facevano da mamme a bambine di 4 anni o 3. La notte arrivata le coprivano col proprio scialle o mantello o dormivano accucciate per terra, col vasetto di latta accanto, per l'eventuale elemosina.
  • Davanti alla casa del Sig. Ballovich un vecchio, dall'aspetto distinto, si è improvvisamente curvato su un mucchio di trucioli e ne ha inghiottito una manciata.
  • Un pezzo grosso del governo locale e del Partito, del quale non ho potuto conoscere il nome è impazzito, dopo una ispezione nella campagna ed hanno dovuto mettergli la camicia di forza. Anche lui ha dato in ismanie gridando: «Questo non è comunismo è assassinio».
  • L'attuale disastro provocherà una colonizzazione in prevalenza russa, dell'Ucraina. Essa trasformerà il suo carattere etnografico. In un avvenire forse molto prossimo non si potrà più parlare di Ucraina né di un popolo ucraino e quindi nemmeno di un problema ucraino, poiché l'Ucraina sarà divenuta di fatto una regione russa.

Da La fame

Kharkov, 22 giugno 1933; citato in Andrea Graziosi, Lettere da Kharkov. La carestia in Ucraina e nel Caucaso del nord nei rapporti diplomatici italiani 1923-33, Einaudi, 1991, pp. 181-182, EAN 9788806121822

  • La raccolta degli «sbandati» «abbandonati» «speculatori» ecc. continua così imperterrita ed energica, che ho dovuto munire il mio servo di un certificato, da esibire nel caso venga di sorpresa caricato su uno dei camions della morte.
  • Terstagnac – 60 km da Kharkov – TUTTI MORTI DI TIFO E FAME. Il dott. Gey, mandato sul posto è stato sorpreso all'entrata del villaggio dall'orrendo lezzo di cadaveri, in piena putrefazione nelle case. (Riferito personalmente dal medico stesso).
  • Rappresentanti del Governo hanno ammesso una perdita di vite umane, per la sola Ucraina di 9 milioni di anime. Nei circoli universitari si parla del 40/50 per cento del totale della popolazione ucraina, cifra questa che stimo la più esatta (15/16 milioni).
  • Concordemente mi viene affermato da più sanitari, che le gravidanze nella campagna sono cessate del tutto; che non vi si trova un solo lattante.

Da Situazione agricola

Kharkov, 10 luglio 1933; citato in Andrea Graziosi, Lettere da Kharkov. La carestia in Ucraina e nel Caucaso del nord nei rapporti diplomatici italiani 1923-33, Einaudi, 1991, pp. 186-188, EAN 9788806121822

  • Le cifre che danno i giornali, i comunicati del Partito C. o del commissariato dell'Agricoltura, vanno accolti col beneficio, largo beneficio d'inventario. Rispecchiano falsamente la situazione per due ragioni: prima di tutto perché si cerca di salvare le apparenze davanti alla massa operaia ed in secondo luogo, perché le cifre fornite dai vari Comitati locali del partito, direzioni di Trust ecc. mancano di sincerità e dispongono la situazione ottimisticamente, per non tirarsi addosso recriminazioni e sanzioni. Si tira a campà, un po' in tutti i gradini delle gerarchie.
  • Si è cercato e si cerca di organizzare il trasporto di masse di studenti, impiegati ed operai (nell'ordine) dalle città. Si pretende che una gran parte di questi cittadini, siano dei rurali che da poco hanno abbandonato la campagna e che pertanto si tratta di masse già addestrate. Ciò corrisponde soltanto in parte alla verità, in quanto impiegati e studenti sono di origine prettamente o, quasi, cittadina e quanto agli altri sono ormai da tempo in città e mancano quindi di ogni allenamento fisico per sopportare la fatica del lavoro dei campi. Concordi notizie vengono pubblicate dai giornali di fughe e «diserzioni». Notizie da me raccolte mi confermano la qualità scadentissima del lavoro che prestano.
  • I lavori sono sorvegliati da soldati armati. Spesso però accade che essi siano impotenti di fronte alla malavoglia generale. Di più interi reparti, dopo la solita marcia, arrivati sul posto, hanno dovuto passar giorni e giorni dentro le case vuote dei contadini morti, in attesa che la pioggia cessasse e quando cessava spesso era anche trascorso il tempo per il quale avevano dovuto impegnarsi e quindi se ne venivano via senza aver fatto nulla.

Da La fame e la situazione sanitaria

Kharkov, 10 luglio 1933; citato in Andrea Graziosi, Lettere da Kharkov. La carestia in Ucraina e nel Caucaso del nord nei rapporti diplomatici italiani 1923-33, Einaudi, 1991, pp. 189-191, EAN 9788806121822

  • Quando l'altro anno si è presentata per la prima volta l'eventualità di una carestia, il governo si è preoccupato della situazione politica che ne poteva risultare e fedele alla dottrina di Lenin: che le rivoluzioni si fanno con la fame, è corso ai ripari. Oggi possiamo spiegarci il perché di certe misure. Il pericolo di una rivoluzione, o meglio controrivoluzione per fame, poteva presentarsi serio soltanto nei grandi centri industriali. A questi bisognava quindi pensare prima di tutto ed approvvigionarli il meglio possibile. La campagna è meno temibile, date le enormi distanze e la qualità e scarsezza di strade; poteva quindi venir abbandonata a se stessa (in Ucraina ha inciso anche la questione politica sulla liquidazione del contadino). Tutt'al più poteva esser pericolosa entro un raggio di 50 km intorno ai grandi centri (per Mosca si calcolò 100 km a maggior sicurezza). Quindi ecco spiegato perché intorno a Kharkov, Odessa ecc. si vive ancora, mentre intorno a Poltava ed a Poltava stessa si muore, perché intorno a Dnepropetrovsk si vive, ed intorno a Kiev si muore.
  • Da alcuni medici mi è stato confermato che la mortalità nei villaggi ha raggiunto l'80 per cento spesso, ma mai meno del 50 per cento. Le regioni più colpite sono quelle di Kiev, Poltava, Sumi dove si può parlare ormai di deserto.
  • La situazione sanitaria non potrebbe essere peggiore. I medici hanno però la proibizione di parlare di tifo e di morti per fame e non possono nemmeno raccogliere quelle osservazioni, che dal punto di vista scientifico sarebbero per loro d'interesse.
  • Quelli che non hanno potuto avere che del pane (di quello nerissimo, composto di ingredienti i più disparati), dimagriscono progressivamente ed uniformemente e vengono colpiti da paralisi cardiaca, senza prodromi di alcun genere. Quelli invece che hanno avuto solo legumi e un po' di latte, gonfiano lentanmente nelle articolazioni, ai piedi e muoiono pure per paralisi cardiaca.
  • Frequenti sono i fenomeni di allucinazioni, per cui vedono nei figli nient'altro che animali, li ammazzano e li mangiano. Alcuni, potuti recuperare con del cibo adatto, non ricordavano poi di aver voluto mangiare i propri figli e negavano che ciò avessero potuto pensare. Si tratta di fenomeni dovuti a devitaminizzazione, che sarebbero molto interessanti a studiarsi ma che oggi è proibito di considerare dal punto di vista scientifico.

Da Situazione agricola

Kharkov, 15 agosto 1933; citato in Andrea Graziosi, Lettere da Kharkov. La carestia in Ucraina e nel Caucaso del nord nei rapporti diplomatici italiani 1923-33, Einaudi, 1991, pp. 199-201, EAN 9788806121822

  • Dove sono le centinaia di migliaia di trattrici? Tante decine di migliaia dovrebbero esser visibili da chi viaggia ed in treno, ed in automobile ed in aereoplano. La memoria conserva invece il ricordo di qualche decina. Con questa osservazione concorda la voce unanime di quanti ritornano dai campi: le trattrici sono tutte guaste, non possono lavorare che poche ore e poi giacciono immobilizzate.
  • Voleva essere una agricoltura meccanizzata ed è retrocessa allo stadio di agricoltura primitiva e povera anche di trazione animale, ad uno stadio di povertà e decadenza alla quale la ricchezza del suolo non avrebbe da sola mai potuto ridurla, se non ci si metteva la buona volontà comunista.
  • Quel che si può levare dai campi prende rapidamente la via del Nord, va a render più tranquilli i sonni del governo, che teme soltanto l'eventualità di una rivoluzione a Mosca e a Leningrado. L'Ucraino vede partire la sua vita, sa che lo attende un inverno anche più spaventevole del precedente, ma non può far nulla, per lui invece di chicchi di grano ci sono chicchi di piombo.

Da Avvelenamento alla bolscevica

Kharkov, 15 agosto 1933; citato in Andrea Graziosi, Lettere da Kharkov. La carestia in Ucraina e nel Caucaso del nord nei rapporti diplomatici italiani 1923-33, Einaudi, 1991, pp. 218-219, EAN 9788806121822

  • A Dnepropetrovsk, circa un mese fa DUEMILA PERSONE SONO MORTE DI INTOSSICAZIONE per ptomaine (infezione cadaverica). La cosa che era venuta a mia conoscenza, mi è stata poi confermata dai medici di questa Università, che mi hanno precisato il numero dei morti in DUEMILA E PIÙ. Si tratta di 5 vagoni di barili di legumi in conserva (pomodori e tritume di carni varie), inviati a Dnepropetrovsk dalla Fabbrica Statale di Conserve Alimentari di Odessa.
  • La sporcizia e la trascuratezza, con la quale tutto viene eseguito da gente stanca, disillusa, disinteressata e non sorvegliata, trova qui un esempio tragico; ma chi non sa oggi, che le bottiglie di acque minerali, non vengono mai rilavate, avanti di esser riempite? Su tre bottiglie che si acquistano spesso, e soprattutto in questi ultimi tempi, bisogna gettarne due, perché o puzzano di petrolio, o sono piene di piccoli galleggianti neri, o sono tutt'altra cosa che acqua minerale, più spesso acqua delle condutture cittadine, che notoriamente non sono sicure.
  • Non vi è NESSUNA RITIRATA, NON VI È ACQUA. Quella per bere la portano in barili. Non si può lavarsi la faccia e meno che meno far bagno. E questi sono i modelli, di cui il mondo capitalista non ha idea, ma al quale le ben diffuse pubblicazioni portano la documentazione della superiore civiltà comunista.

Da Situazione sanitaria

Kharkov, 12 dicembre 1933; citato in Andrea Graziosi, Lettere da Kharkov. La carestia in Ucraina e nel Caucaso del nord nei rapporti diplomatici italiani 1923-33, Einaudi, 1991, pp. 220-221, EAN 9788806121822

  • Il tifo esantematico, che di solito riprende a diffondersi nel mesi di ottobre, ha atteso ques'anno la seconda metà di novembre. Questo ritardo aveva fatto nascere la speranza che il flagello fosse in diminuzione e che i 50-60 casi giornalieri, normali nel periodo estivo, non dovessero più venir superati. Invece alla fine di novembre, con i primi freddi e la conseguente ripresa delle pellicce invernali, specialmente nella campagna il tifo si è subitamente diffuso su scala anche più grave dell'anno scorso. A Kharkov vi sono circa 300 casi nuovi al giorno, con una mortalità del 15-20 per cento, per quanto mi assicura (l'altr'anno però arrivò al 40 per cento).
  • Nella campagna il tifo tiene attualmente degente circa il 10 per cento della popolazione. Negli ospedali di Kharkov i tifosi presentano di nuovo caratteri promiscui con altre malattie e fenomeni strani dovuti alla denutrizione.
  • Ma uno dei flagelli, dei quali poco sempre si è parlato, si è rivelato improvvisamente con caratteri di grande diffusione e gravità ed è LA MALARIA. L'estate umida, piovosa in sommo grado, ha sviluppato in modo gravissimo la diffusione di una malattia, che negli anni precedenti, sia per le grandi siccità, che offesero in modo a tutti noto i raccolti, sia per il carattere torrido delle estati ucraine, era stato contenuto in limiri molto meno vistosi. Certamente anche il depauperamento generale delle forze di resistenza, nella generalità della popolazione, contribuisce al tristissimo bilancio attuale, che dà ALMENO UN MALARICO PER OGNI CASA O CAPANNA.
  1. a b Citato in Andrea Graziosi, Lettere da Kharkov. La carestia in Ucraina e nel Caucaso del nord nei rapporti diplomatici italiani 1923-33, Einaudi, 1991, p. 133, EAN 9788806121822
  2. Citato in Andrea Graziosi, Lettere da Kharkov. La carestia in Ucraina e nel Caucaso del nord nei rapporti diplomatici italiani 1923-33, Einaudi, 1991, p. 184, EAN 9788806121822
  3. Citato in Andrea Graziosi, Lettere da Kharkov. La carestia in Ucraina e nel Caucaso del nord nei rapporti diplomatici italiani 1923-33, Einaudi, 1991, p. 195, EAN 9788806121822
  4. Citato in Andrea Graziosi, Lettere da Kharkov. La carestia in Ucraina e nel Caucaso del nord nei rapporti diplomatici italiani 1923-33, Einaudi, 1991, p. 197, EAN 9788806121822
  5. a b Citato in Andrea Graziosi, Lettere da Kharkov. La carestia in Ucraina e nel Caucaso del nord nei rapporti diplomatici italiani 1923-33, Einaudi, 1991, p. 202, EAN 9788806121822
  6. Citato in Andrea Graziosi, Lettere da Kharkov. La carestia in Ucraina e nel Caucaso del nord nei rapporti diplomatici italiani 1923-33, Einaudi, 1991, p. 207, EAN 9788806121822
  7. a b Citato in Andrea Graziosi, Lettere da Kharkov. La carestia in Ucraina e nel Caucaso del nord nei rapporti diplomatici italiani 1923-33, Einaudi, 1991, pp. 235-237, EAN 9788806121822

Bibliografia

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  • Andrea Graziosi, Lettere da Kharkov. La carestia in Ucraina e nel Caucaso del nord nei rapporti diplomatici italiani 1923-33, Einaudi, 1991, EAN 9788806121822

Voci correlate

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