Segesta
città della Sicilia antica e sito archeologico nel comune italiano di Calatafimi Segesta (TP)
Citazioni su Segesta.
- Ascesi così, con gli occhi rivolti a terra e il sangue invaso da un fitto benessere, che mi pareva emanare dal luogo: finalmente levai lo sguardo e mi accorsi allora che ero sotto il tempio. (Alberto Moravia)
- Avvicinandosi si rimane colpiti dalla vista di un nobile tempio, situato solitario sulla piccola collina circondata da alte montagne. Ha sei colonne frontali e quattordici per ogni lato, tutte intere e ancora con la loro trabeazione. Lo stile è tardo dorico, ma sembra non essere mai stato portato a termine, poiché i fusti delle colonne sono state tagliati in maniera grezza. Non sono riuscito a trovare traccia delle fondamenta della cella e sono disposto a credere che non sia mai stata costruita, poiché lì vicino è presente un gran numero di pietre squadrate che avrebbero dovuto essere probabilmente utilizzate a tal fine. Le colonne misurano circa sei piedi di diametro, ma il fatto che non siano completate rende difficile precisare le loro dimensioni. Non mi è stato possibile misurare la trabeazione, non essendo riuscito a procurarmi una scala e non avendo trovato frammenti sul terreno. (Richard Payne Knight)
- Ho sempre avuto la sensazione che i grandi complessi archeologici del nostro Mediterraneo – da Segesta a Elea, da Oblontis a Tharros – quando sorgono nei pressi della costa, vengano quasi vivificati dalla luce e dall'aria marina che li fa miracolosamente rivivere nonostante i millenni trascorsi. (Gillo Dorfles)
- Il sentiero pareva essere quello antico, con i gradini a cordonata e le pietre esagonali. A misura che salivo, m'investiva un calore vivificante. Il sole illuminava le rosse colonne fino a tre quarti della loro statura; sui capitelli rotondi era l'ombra dell'alto frontone; e parevano persone ritte nella luce, con la faccia riparata e gli occhi nascosti. Il verso liquido dei neri uccelli cui il luogo silenzioso ed attonito rifiutava la benché minima eco, la folta erbaccia che cresceva sul suolo interno del tempio, la vista sfondata delle montagne lontane tra l'una colonna e l'altra, sul capo il cielo dove un tempo era stato il soffitto; e nonostante questi segni di desolazione e d'abbandono, il nessun senso di rovina, l'accordo insomma del tempio con la natura circostante come se fosse stato costruito per starsene così solo e vuoto e non per riti solenni di un popolo vivente; fu questo contrasto, o meglio questa mancanza di contrasto, questa serenità, ciò che mi fece a prima vista impressione. (Alberto Moravia)
- Il tempio di Segesta sembra essere stato posto ai piedi della montagna da un uomo geniale che aveva avuto la rivelazione del punto unico in cui lo doveva erigere. Anima da solo l'immensità del paesaggio che vivifica ed abbellisce divinamente. (Guy de Maupassant)
- La posizione del tempio è sorprendente: al sommo d'una vallata larga e lunga, in vetta a un colle isolato e tuttavia circondato da dirupi, esso domina una vasta prospettiva di terre. (Johann Wolfgang von Goethe, Viaggio in Italia)
- Segesta, o, come la dissero i greci, Egesta, sorgeva presso il monte Barbaro, a ridosso dei colli dov'è Calatafimi. Vi si arriva presto da Castelvetrano in grazia di una configurazione dell'isola che, nella parte occidentale, verso Capo Lilibeo, si restringe ed avvicina la costa meridionale a quella del nord.
- Intorno a Salemi, sul parallelo di Marsala, correva l'instabile confine tra Segesta e Silinunte, le due grandi rivali.
- Fu un romano, Verre, il rapace protettore della Sicilia, a fare gran guasto a Segesta, depredandola, tra l'altro, del simulacro di Diana, insigne opera d'arte, ma anche venerato come protettore della città.
- Segesta non era città marinara, sebbene sul mare il suo "emporio" pressappoco là dove ora è Castellamare del Golfo. E prima della conquista romana la sua storia non fu dissimile da quella delle altre minori città siciliane, costrette a fiutare sempre, e spesso ingannandosi, il vento di Cartagine o di Siracusa. Soprattutto fu storia di lotte con Selinunte, di cui Segesta non riuscì, peraltro, mai ad eguagliare lo splendore.