Scampolo (film 1941)

film del 1941 diretto da Nunzio Malasomma

Scampolo

Descrizione di questa immagine nella legenda seguente.

Amedeo Nazzari e Lilia Silvi nel film

Titolo originale

Scampolo

Lingua originale italiano
Paese Italia
Anno 1941
Genere commedia
Regia Nunzio Malasomma
Soggetto Dario Niccodemi
Sceneggiatura Nunzio Malasomma
Interpreti e personaggi

Scampolo, film italiano del 1941 con Lilia Silvi e Amedeo Nazzari, regia di Nunzio Malasomma.

Dialoghi modifica

  Citazioni in ordine temporale.

  • Tito: Come ti chiami?
    Scampolo: Scampolo.
    Tito: Come?
    Scampolo: Siete sordo? Scampolo!
    Tito: Ma questo non è un nome, è un nomignolo.
    Scampolo: Mi basta.
    Tito: E chi te l'ha messo?
    Scampolo: Il commissario, una volta che mi portarono in questura perché chiedevo l'elemosina.
    Franca: Fecero bene!
    Scampolo: Fecero male! Perché avevo fame, glielo dissi anche al commissario. Gli dissi che se non volevano che ci fosse l'attacconaggio... l'accagionaggio...
    Tito: L'accattonaggio.
    Scampolo: Sì, ecco, «bisognava che non ci fossero i poveri», proprio così gli dissi. Il commissario mi fece chiacchierare per più di mezz'ora e poi mi disse: «In te c'è troppo per una bambina, poco per una donna: sei uno scampolo». Ma che significhi non lo so.
    Tito: È l'ultimo stacco che resta di una pezza di stoffa: non basta per fare un vestito ed è troppo per fare una camicetta.
  • Scampolo: Mi ha detto che sono carina, che ho i capelli di seta e gli occhi di cielo.
    Tito: Ah, e non ti vergogni?
    Scampolo: Io? Perché? Era lui che parlava, era lui che doveva vergognarsi.
    Tito: Invece no, non dovevi ascoltarlo. Perché quando un uomo come Giulio riesce a ingannare una bambina come te, è la bambina che è disonorata.
    Scampolo: E l'uomo no? Non mi pare giusto.
    Tito: Non sarà giusto ma è così.

Citazioni su Scampolo modifica

  • Qui la commedia ci appare battuta per battuta, e meno il finale (Scampolo non resta a meditare sulla grammatica ma parte con il suo ingegnere) tutto è in regola con la vicenda niccodemiana. Si schiude qua e là in esterni, entra – e se ne va via subito – un personaggio nuovo; ma la commedia è ripetuta nel suo dialogo e nei suoi episodi con attenta fedeltà. [...] Vi è Lilia Silvi, questa bravissima attrice che ci dà un personaggio fra i più singolari per l'alacre fantasia, lo slanciato brio, la patetica gentilezza. E vi sono Nazzari e la Garella. (Eugenio Ferdinando Palmieri)
  • Tipica e ovvia commedia dei «telefoni bianchi», con una sognante Cenerentola italiana, particolarmente apprezzata – si diceva – da Mussolini. (Il Mereghetti)

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