Sabrina Knaflitz

attrice italiana (1968-)

Sabrina Knaflitz (1968 – vivente), attrice italiana.

Intervista di Gianfranco Gramola, intervisteromane.net, 31 maggio 2012.

  • Io di origine sono austriaca, lo capisci dal cognome, però mio padre è piemontese. Io sono nata a Roma e ho sempre vissuto nella capitale. Ho un bellissimo rapporto con Roma, perché trovo che sia una città tutta da scoprire. Roma la devo conoscere molto bene perché è vero che ogni angolo, ogni vicolo, ogni piazza è arte, però la devi conoscere per respirare ancora quella vecchia Roma che purtroppo da un bel po’ è scomparsa, quella vecchia Roma che vediamo nei film di neorealismo o in quelli di Alberto Sordi, di Gigi Magni o i film americani come Vacanze romane, in cui vedi via Margutta. Mi è capitato di passare recentemente per via Margutta e vedere questa casetta dove si incontravano i due protagonisti. Un po’ mi è battuto il cuore, perché se non conosci Roma bene, quell’atmosfera lì, di via Margutta, girando per quella via, non la trovi più. Piazza Navona, con tutte le gelaterie, ristoranti e pizzerie un po' mi fa male perché in posti così belli l'omologazione non dovrebbe arrivare. Secondo me una catena di pizzerie di cui non faccio il nome, non dovrebbe arrivare a piazza Navona, il salotto buono di Roma. Comunque c'è ancora una Roma in cui riesci a catturare quel respiro che immagino ci fosse stato 60 anni fa e questo, per chi conosce bene la città, solo a un certo orario, tipo al tramonto o la mattina presto.
  • Fin da ragazzina mi piaceva andare a teatro come spettatrice e tuttora quando vado molto a teatro. Se ho una serata libera io vado a teatro, perché è un luogo molto simile ad una chiesa, dove tutto rimane fuori e dove si ascoltano le parole degli attori, dove si recita. L'ascolto per me, in questo momento, è fondamentale, perché non si ascolta più. Si tende solo a parlare di sé o di quello che si ha e di tante cose futili. Invece il teatro è un luogo che comunque ti costringe e ti porta all'ascolto. Mi è sempre piaciuto andare a teatro, poi da lì ho studiato moltissimo, ho fatto varie scuole e seminari non te li sto a elencare perché sarebbe noiosissimo. Poi ho avuto la fortuna di debuttare giovanissima, ho fatto La Lupa di Verga, dove facevo chiaramente la figlia della Lupa, con Francesca Benedetti e da lì l'amore per il teatro è aumentato sempre di più. Ho imparato molto soprattutto sul palco, poi ho avuto la possibilità di lavorare con grandi attori e attrici da cui ho "rubato" un po' d'arte. Io ho tutti i miei copioni, ancora con gli appunti scritti con la matita, le cancellature, perché anche le prove sono molto importanti a teatro. Le prove sono il momento che mi piace di più, perché durante le prove si crea, si sperimenta e ancora non c'è il pubblico , ma è un momento bellissimo. Come tutti i genitori, il lavoro dell'attore, viene visto in maniera non troppo positiva, però io ho sempre amato il teatro, che è un po’ un’isola felice rispetto ai lustrini che la televisione ti fa vedere e immaginare. Non è una critica, però la mia è una grande passione, riferita comunque alla curiosità di un teatro letterario piuttosto che d’autore. Io ho studiato Lettere, ho sempre studiato moltissimo e questa è stata una conseguenza quasi naturale. Perciò mi reputo fortunata perché il mio percorso è stato scelto in maniera libera. Sono molto soddisfatta di fare un lavoro che amo molto.
  • Sono fortunata perché ho sempre vissuto a Trastevere, a parte negli ultimi anni che mi sono spostata vicino a piazza Navona. A Trastevere c'è ancora una parte di quartiere un po' nascosta che devi essere di Roma per sapere dove scovarla. Poi è chiaro che negli anni è diventata molto turistica purtroppo. E’ anche vero che se si va a piazza Santa Maria in Trastevere a mezzanotte, in una serata come oggi, d'inizio estate, con le stelle, questo campanile meraviglioso, questa chiesa famosa e la fontana, credo che non ci siano posti più suggestivi al mondo, con quest'atmosfera particolare. Io ho viaggiato parecchio e posso dire che Roma è una delle più belle città del mondo. Come dicevo prima, negli ultimi anni mi sono trasferita vicino a piazza Navona, dove ci sono tutte queste comitive di turisti, ma non sono i turisti che mi danno fastidio, è quello che i commercianti hanno creato intorno a questo. Come cuoca me la cavo abbastanza bene, nel senso che i due piatti tipici come la carbonara e l'amatriciana, li so fare veramente bene. Non mi piacciono invece tutte quelle specialità romane di una volta, tipo la pajata, la coda alla vaccinara, ecc. È una cosa più forte di me. Non riesco a mangiarle, però la carbonara e l'amatriciana le consiglio a tutti, perché sono fantastiche. Stupendi anche i carciofi alla giudia. Le trattorie tipiche ormai vanno scomparendo e questi ristoranti storici sono gli unici che, secondo me, valgono la pena di vistare, perché non mi verrebbe di andare al ristorante che trovi anche a Milano o a Rimini, perché ormai ci sono tutte queste grandi catene di ristorazione.

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