Saša Luss
supermodella e attrice russa (1992-)
Aleksandra Alekseevna Luss, detta Saša o Sasha (1992 – vivente), supermodella e attrice russa.
Intervista di Ilaria Solari, elle.com, 10 maggio 2020.
- Casa è dove vivono i miei genitori, in Russia, lì ho stretto le amicizie più importanti, ormai sparse per il mondo. Lì ritrovo ogni volta i miei cani. È il momento speciale in cui, atterrato l'aereo, scorgo le facce dei miei. Arrivati a casa, apriamo una bottiglia, cuciniamo e andiamo avanti a parlare per ore, i cani addormentati ai nostri piedi. E fuori c'è il freddo, un freddo che non ti immagini.
- Come Cenerentola, [Natal'ja Vodjanova] fu scoperta in un mercato dove vendeva banane. Tante iniziano così, se non sbaglio anche Claudia Schiffer fu notata in un McDonald's. La mia storia è leggermente diversa: studiavo danza e durante un'esibizione qualcuno ha avvicinato mia madre per dirle che, così lunga e bionda, avevo del potenziale. Lei mi ha presentata a un'amica modella e da lì ho cominciato. Quindi è un po' colpa sua.
- [Che cosa non le piace del mestiere di modella?] È cambiato tantissimo negli anni. All'inizio, le modelle erano ragazze di buona famiglia, colte, raffinate, la crème de la crème, come avrebbe Coco Chanel. Più avanti, e per lungo tempo, il requisito più apprezzato e richiesto è stata la personalità. Ora temo sia tutta una questione di quanti follower hai su Instagram.
- È il problema di noi russe. Di primo acchito risultiamo fredde, quasi arroganti: è perché nasciamo combattendo, siamo donne forti e con le idee chiare.
- [Ha iniziato giovanissima, non ha rimpianti?] Ho perduto l’intera adolescenza, ho dovuto crescere in fretta e mi sono trovata a commettere degli errori, quando ero troppo giovane per capire che stavo sbagliando. Ma rimpianti non ne ho: ci sono tanti aspetti che non mi piacciono del mestiere di modella, ma a 25 anni ero già in grado di comprare una casa ai miei, aiutare economicamente mia nonna e l'intera famiglia, permettermi molti viaggi e un certo tenore di vita. Insomma, ho fatto degli errori, mi sono persa le feste della scuola, l'università, ma questa è la mia vita, è ciò che mi ha reso quella che sono.
- [Quali erano i suoi eroi da ragazza?] Non modelle, ma scrittori, musicisti, attori, gente che ha ottenuto il successo grazie al talento, all’abnegazione. Chissà perché ora si tende a pensare che una bella ragazza sia per forza anche una persona interessante. La bellezza non è una scelta, né un merito. Per questo ho sempre voluto fare l'attrice: lì per essere brava devi studiare, meritartelo. È dannatamente più difficile che essere semplicemente carina. Quali sono i miei eroi? La mia eroina è la persona che vorrei diventare tra dieci anni, somiglia in modo impressionante alla vera me stessa, piano piano mi ci avvicino.
- Quando siamo in cerca di like, tendiamo a proporre solo una parte di noi, non necessariamente la più genuina, ci mostriamo al meglio, senza rughe né crepe: non è un bel messaggio per le tante ragazzine che ci seguono, magari maltrattate dagli ormoni o da uno sviluppo disarmonico. Punti di riferimento così artificiali non aiutano certo le donne a trovare un equilibrio. La mia è la prima generazione professionalmente "obbligata" a stare sui social. Siccome leggo molto, mi piace citare brani di autori che mi colpiscono. È il modo che ho escogitato per essere me stessa senza scoprirmi troppo. E sembra che alla gente piaccia.
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