Reuben Fine

scacchista e psicologo statunitense (1914-1993)
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Reuben Fine (1914 – 1993), scacchista e psicologo statunitense.

Reuben Fine, 1938

Incipit di La psicologia del giocatore di scacchi modifica

Nella letteratura psicoanalitica, la trattazione classica sugli scacchi è quella di Ernest Jones intitolata The Problem of Paul Morphy[1], letta alla British Psychoanalitical Society nel 1930 e pubblicata nel 1931.
Lo scopo di questo saggio così penetrante è di delineare una patografia di Paul Morphy, del quale parleremo più tardi. Per quanto riguarda invece la questione più generale della psicologia degli scacchi, Jones stabilisce i seguenti punti: gli scacchi sono, come è evidente, un gioco sostitutivo dell'arte della guerra; il movente inconscio che spinge all'azione i giocatori non è semplicemente il gusto per l'agonismo, che è caratteristica comune a tutti i giochi competitivi, ma quello più oscuro dell'uccisione del padre. Inoltre, l'aspetto matematico proprio di questo gioco dà ad esso una peculiare coloritura sado-anale. Il senso di predominanza provato da uno dei due giocatori trova il suo corrispondente in quello di impotenza totale provato dall'altro. È proprio questa qualità sado-anale che lo rende così idoneo a gratificare contemporaneamente sia gli aspetti omosessuali sia quelli antagonistici, propri della contesa tra padre e figlio. Gli altri saggi in proposito, come quelli di Karpman[2], Coriat[3], Menninger[4], e Fleming[5], non aggiungono molto di sostanziale alla tesi di Jones. Tutti concordano nel sostenere che negli scacchi si sublima una mescolanza di impulsi omosessuali e aggressivi.

Note modifica

  1. Jones, E., "The Problem of Paul Morphy: A Contribution to the Psychology of Chess", in Essays in Applied Psychoanalysis, The Hogarth Press and the Institute of Psychoanalysis, London, 1951, vol. I, cap. XII, pp. 135-164, trad. it. Saggi di psicoanalisi applicata, I: estetica, sociologia, politica, a cura di Fabio Zambonelli, Guaraldi, Rologna, 1971, pp. 49-76.
  2. Karpman, B., The Psychology of Chess, "Psychoanalytic Review", 24, 1937, pp. 54-69.
  3. Coriat, I.H., The Unconscious Motives of Interest in Chess, "Psychoanalytic Review", 28, 1941, pp. 30-36.
  4. Menninger, C.F., Knight, R. P. e altri, Recreation and Morale: A Subjective Symposium, "Bulletin of the Menninger Clinic", 16, 1942, pp. 65-102.
  5. Fleming, J. and Strong, S. M., Observations on the Use of Chess in the Therapy of an Adolescent Boy, "Psychoanalytic Review", 30, 1943, pp. 399-416.

Bibliografia modifica

  • Reuben Fine, La psicologia del giocatore di scacchi, traduzione di F. Bovoli, Adelphi, 1976.

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