Citazioni sui rave party, o semplicemente rave.

  • I rave party. Sai, quelle cose che ti organizzi fuori, lontano, e che nessuno sa l'indirizzo e te lo devi trovar da te. (Bagnomaria)
  • Il fatto che l'Italia fosse fino a ieri la meta preferita di tutti questi che arrivavano da tutta Europa per organizzare i rave illegali vi dice niente? (Giorgia Meloni)
  • Lo spaziorave è dissociazione, puro Es e puro Super Io e nient'altro. può fornire uno spazio per esistere simultaneamente all'interno e all'esterno del corpo, uno stato di libertà che comporta infinite riestensioni. Da qui la possibilità della dipendenza, fisica o mentale, la sensazione queer/trans di benessere e l'infinita proliferazione di nuove forme di movimento accompagnata dall'infinita proliferazione di stasi. (Jessica Dunn Rovinelli)
  • – So cos'è un rave.
    – Ci sei mai stato?
    – Ah... no.
    – Allora non sai cos'è un rave. (Superman/Lobo: Primo appuntamento)
Un rave party

McKenzie Wark modifica

  • Assumere il controllo dello spazio. Assumere il controllo delle macchine. Assumere il controllo della chimica. Circuire dall’interno i simboli, la tecnologia, il mercato immobiliare. Almeno per un po’. L’esterno non esiste più, ma forse insieme all’interno possiamo raggiungere un mondo frattale. Allora sì che è un bel rave. In una bella serata, in un bel rave, tutto si amalgama in una tensione perfetta tra invenzione e intenzione. Ognuno ha una sua parte.
  • I beat mi invocano. Mi invocano in questo tempo dentro la macchina che ci contiene tutte, che va avanti indipendentemente da noi, ma all'interno della quale, in questa situazione costruita con amore, frutto dell'arte di molte mani, bruceremo con furia animale, finche non si fermerà.
  • Mi interessano le persone per cui il rave è una pratica collaborativa che rende sopportabile questa vita.
  • Questa è la promessa di un bel rave: assorbi la situazione. Aggiungici del tuo. Variala. Aggiornala, rinfrescala. Aggiungici un accento, un movimento, senza fretta. Con o senza il nostro intervento, l’attimo scivolerà nel successivo. Le macchine del ritmo ci sovrastano. Sono implacabili. Hanno destituito quella che un tempo si chiamava Storia. C’è spazio tra i beat, però, per esistere ancora.
  • Sulla scorta degli scritti situazionisti, pensiamo al rave come a una situazione costruita [...] un ambiente temporaneo, artificiale, creato dagli sforzi congiunti di promoter, dj, designer delle luci, ingnegner3 del suono, ospiti, e tutte le persone che vengono pagate perché l'evento funzioni. Insieme costruiscono una situazione che mette l3 raver davanti a una serie di vincoli e possibilità. Noi raver ci mettiamo la nostra libertà: le mosse , il bisogno grezzo, l'arte della copresenza. Per i situazionisti, la situazione costruita aveva un potenziale rivoluzionario rispetto alla forma che la vita poteva assumere dopo l'abolizione della merce, dello spettacolo, della totalità oppressiva. Ricordo che alcune di quelle intenzioni erano presenti in alcune scene rave degli anni Ottanta e Novanta. Difficilmente oggi i rave sono una situazione che prefigura l'utopia. come possono prefigurare un futuro, dal momento che potrebbe non esserci alcun futuro? La situazione costruita del rave forse è tutto ciò che resta per alcuni di noi - persino se verrà la rivoluzione.

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