Raimondo Boucheron
compositore e musicologo italiano
Raimondo Boucheron (1800 – 1876), compositore e musicologo italiano.
Filosofia della musica
modifica- Che cosa é un'orchestra pel compositore? È una tavolozza che gli fornisce tutti i colori , tutte le tinte di cui può abbisognare pel suo quadro; o, per dir meglio, è un mezzo posto in sua mano di far parlare ogni fibra commossa dall'affetto che lo agita. (p. 37)
- Il corpo principale dell'orchestra è formato dagli stromenti da arco, non solamente perché non istancano i petti a suscitarne il suono, ma per la loro pieghevole natura (specialmente il violino) che alla maggior parte degli affetti si adatta, e pel genere di suono che mirabilmente si associa ad ogni voce, e per la ricchezza di mezzi superiore ad ogni altro, e finalmente per la varietà d'articolazione dell'arco, e pei suoni a pizzico cui nessun altro istromento può rendere con pari effetto. (p. 38)
- Più vicina alla voce umana, meno atta del violino a quelle espressioni che richiedono brio e bravura, ma dotata di suoni pieni, ne pare che la viola potrebbe venir posta a miglior partito, di quello facciasi rilegandola a parte secondaria come legame dell'armonia. Dall'effetto che produce da sola ben si può immaginare quanto potrebbe esprimere adoperata a masse con melodie semplici e toccanti. (p. 39)
- [Il violoncello] Questo grandioso istromento partecipa del carattere della viola, ma in un grado più pronunciato, mentre serve in certo modo ad umanizzare i suoni profondi del contrabasso quando ne raddoppia la parte. Il maggior numero dei concertisti lo snatura per far pompa di agilità, ma non è questa l'indole sua. (p. 39)
- Il violoncello ha la voce del sentimento più puro, della più soave e celeste affezione, e perciò anche nell'allegrezza di tono e di ritmo serba sempre un non so che di tenero e di mesto; e quando spiega nei suoni centrali una melodia piana nel tono minore sembra piangere un oggetto di cara affezione, ed adorarlo in cielo. (p. 39)
- Il violoncello gareggia coll'arpa e vi supplisce in certo qual modo cogli arpeggi pizzicati associandosi volontieri a chi prega, o lontano dall'amor suo ripete la tenera romanza eccitatrice delle più care memorie. Ma nulla di più religioso, nulla che più spiri raccoglimento e divozione che una melodia semplice di più violoncelli unisoni, o un armonioso adagio di soli violoncelli isolati. (p. 39)
- Sostegno dell'edifizio armonico, grave come l'austerità degli antichi cenobiti, il contrabasso è quasi la voce della sapienza allorché fa udire a lenti e regolari intervalli i suoi profondi suoni; ma se si agita, rassomiglia la voce di un triste presentimento, o di un demone che ti persegue. Pizzicato con moto alquanto frequente rappresenta quel più sentito palpitare del cuore che si desia in alcune forti commozioni. In ogni modo ci forma sempre il contrapposto del canto di cui determina il carattere ed il ritmo. (p. 39)
- Innocente, semplice come la vergine delle campagne è il flauto. Che se talora imita l'acuto sibilo dei venti, è però sempre più atto all'espressione di affetti miti. La sua gioja, simile a quella dell'infanzia, è vivace, scherzevole, e piena di grazia, se mesto e addolorato egli é come quegli enti che consci della propria debolezza, hanno riposta tutta la loro fiducia nel cielo. (pp. 39-40)
Bibliografia
modifica- Raimondo Boucheron, Filosofia della musica o estetica applicata a quest'arte, R. Stabilimenti Ricordi, Milano, [s.d.].
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