Procida

comune italiano

Citazioni sull'isola di Procida e i procidani.

Procida

Citazioni

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  • Dietro la spiaggia, oltre un istmo di sabbia, si apre uno dei tanti porticcioli di Procida: un'insenatura rotonda, guardata da due promontori verdi, e in fondo, addossata alla costa, una fila di case. Sono le case per cui Procida è o dovrebbe essere famosa: specie di alveari dai colori teneri, scoperchiati e con le celle in piena luce. Le celle sono le terrazze ad arconi fittamente sovrapposte, con porte verdi in fondo alle terrazze, trecce di paprica rosse penzolanti dagli archi, panni di tutti i colori appesi a mezz'aria.
    Disposte in cerchio intorno al porto, queste case rosa, gialle, azzurre e bianche sono tutte un po' sbilenche, un po' consunte, un po' diroccate; si pensa che il vento e il mare le abbiano corrose allo stesso modo della costa vulcanica che, a guisa di mensola, si sporge sopra di esse. Ma la mancanza di angoli acuti, quel confondersi delle loro tinte delicate e incantevoli ricordano pure i gelati di questi paesi. Anzi un solo gran gelato di sapori diversi in lenta liquefazione, coi buchi delle terrazze fatti col cucchiaio. (Alberto Moravia)
  • La luce di Procida è assai diversa da quella di Capri; già il tono caldo ed opaco del tufo è opposto a quello brillante ed argenteo della roccia caprese, e questo basta da solo ad attribuire al paesaggio una diversa intonazione. Al bianco, prevalente a Capri, Procida oppone i suoi rosa, i suoi gialli e persino l'azzurro, spesso con toni accesi, che ricordano le case di Pellestrina e di Burano nella laguna veneta. (Roberto Pane)
  • Ora, Procida, è tutta in quell'arrivo che si fa a Marina Grande, venendo da Napoli o da Pozzuoli; e che mi lasciò senza fiato. Perché da lontano, tanto è schiacciata l'isola quasi non si vede, o sembra la predella di quel grande altare che è Ischia. Procida, la predella d'Ischia, non ci godrebbero affatto i procidani, che amano solo se stessi e neppure vogliono sentire dire che sono napoletani; ma l'immagine vale nella prospettiva del Golfo, dove Procida, se non si sa come è fatta, non si distingue da Ischia, sembra una propaggine di Ischia. Per questo la sorpresa si ha tutta insieme. Ed ecco la sorpresa. Un allineamento di case di tutti i colori, strette come una barricata, con tante arcate chiuse a mezzo, come strizzassero un occhio. E sopra un verde intenso, prepotente, quasi selvaggio, tanta è la forza dei getti e dei tralci: viti e limoni. Vi posso assicurare che Procida è tutta qui, e nell'interno, e fino all'altro capo del paese la Chiaiolella, ripete lo stesso spettacolo. Ma è impossibile stancarsene. Perché, almeno fino a qualche anno fa, niente era più autentico della palazzata senza palazzi, della barricata di case che sembra sbarrare l'ingresso a chi entra, al forestiero. (Cesare Brandi)
  • Procida ci si andava facendo vicina. La parte dell'isola verso cui navigavamo, era sepolta nell'ombra, e si vedevano per l'oscurità splendere lumi, moversi in vari punti e sparire. Eravamo ad un miglio da terra, quando grado grado pel girare della luna s'illuminò anche, quel lato dell'isola, ed apparvero tutte le case di Procida in bianca fila, riflettendosi rovescio nelle acque del mare, allora placide e lisce come lastra di vetro.
    Abbenché la vista della terra vicina, e delle abitazioni a cui ci appressavamo, avesse fatta svanire dal gran quadro, che mi stava sott'occhio, la vaga incertezza di linee, tutte di mare e di cielo, che poco innanzi ne formava per me la ideale poesia, pure non sapeva saziarmi dall'ammirare quella nuova scena, ch'era l’una delle più deliziose marine a chiaro di luna, che mai si potessero contemplare. (Giambattista Bazzoni)
  • Proprio sotto la Terra Murata, il porticciolo minuscolo con le barche da pesca, come gli insetti neri che si vedono nelle acque morte, o come foglie secche, o come gusci vuoti: e la loro cava occhiaia quasi riproduce nell'acqua le cave occhiaie delle porte e delle finestre: quelle case povere e bellissime che si soprammettono sulla riva, più scavate nella roccia che costruite. Un paese formicolante, una termitiera, eppure così umano, così umile e splendente, nella notte, coi suoi colori leggeri e stinti. Come sciacquati nel lume della luna. (Cesare Brandi)

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