Voce principale: Andy Warhol.

Popism, libro di Andy Warhol e Pat Hackett del 1980.

Citazioni modifica

  • Gli artisti pop realizzavano immagini che chiunque camminasse per Broadway poteva riconoscere in un secondo – fumetti, tavoli da picnic, pantaloni da uomo, celebrità, tende da doccia, frigoriferi, bottiglie di Coca-Cola –, tutte le grandi cose moderne della cui esistenza gli espressionisti astratti si davano gran pena di non accorgersi. (1960-1963)
  • Il mio stile era sempre quello di espandermi, piuttosto che di muovermi dal basso in alto. Per me, la scala del successo era più laterale che verticale. (1968-1969)
  • Molti pensavano che la gente alla Factory ruotasse solo intorno a me, che io fossi una tale grande attrazione che tutti venissero a vedere me, ma la verità era l'opposto: ero io che stavo intorno a tutti gli altri. Io pagavo solo l'affitto, e le persone si affollavano semplicemente perché la porta era aperta. La gente non era particolarmente interessata a vedere me, erano interessati a vedersi tra di loro. Venivano a vedere chi veniva. (1964)
  • Per essere controcultura e insieme avere un successo commerciale di massa bisognava dire e fare cose radicali usando un formato conservatore. Come ad esempio montare un "hippie be-in" antisistema, ben coreografato e ben eseguito, in un teatro posto in un'ottima collocazione e dotato di un buon sistema di ventilazione. Oppure, fare come McLuhan: scrivere un libro per dire che i libri erano obsoleti. (1967)

Bibliografia modifica

  • Andy Warhol, Pat Hackett, Popism, a cura di Alessandro Carrera, Feltrinelli, Milano, 2021. ISBN 9788858842041