Pietro Cossa

drammaturgo e poeta italiano

Pietro Cossa (1830 – 1881), drammaturgo italiano.

Pietro Cossa

Citazioni di Pietro Cossa

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  • Anche la virtù, se viene da petto borbonico, mi reca affanno![1]
  • In queste | aule ahi sovente penetra la noja | tetra visitatrice e non chiamata. (Nerone, in Nerone, a. I, sc. 4)
  • La Suburra | invade il Palatino. (Claudio, in Messalina, III, 4)
  • Per quel dì solenne | s'appresti uno spettacolo navale, | e i gladiatori che combatteranno | s'ammazzino sul serio: da gran tempo, | i gladiatori sono un po' svogliati | nell'arte del morire. (Claudio, in Messalina, I, 8)

Esce il buffone Menecrate e recita il Prologo

Il prologo son io. Faccio alle dame
Ed ai signori l’obbligato inchino,
Ed incomincio. Ambasciator non porta
Pena, dice il proverbio, ed io ripeto
Come un eco fedele quanto or ora
L’autor mi susurrò dentro l’orecchio.

Citazioni su Pietro Cossa

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  • Il Cossa, che cerca soprattutto di rivivere un momento storico, in tutti i suoi svariatissimi aspetti, in tutte le sue passioni e i suoi vizi, e presso qualsiasi casta e grado sociale; non è soltanto il diretto e legittimo successore del Manzoni e del Niccolini[2], che giungevano fino a premettere «discorsi storici» alle loro tragedie; ma anzi, poeta più libero e audace di loro, per virtù dei tempi ormai estranei ad ogni efficace tradizione classica, egli è il completo applicatore della formula romantica fondamentale, senza alcuna restrizione. (Luigi Tonelli)
  • Quell'uomo forte di tempra, di aspetto quasi severo, di maschia bellezza adorno, procedente quasi maestoso per le vie; quell'uomo, in cui nulla v'era di studiato e di affettato, semplice nel vestire, ritroso al parlare, pieno di innata bontà, dotato di sincera modestia, schivo fin quasi alla rozzezza; quell'uomo, non insensibile al plauso e alla lode, ma che mai se ne lasciò ubbriacare, che non era inconsapevole ma era quasi non curante della potenza del suo ingegno, che sembrava indolente perché melanconico e contemplativo, io l'ho visto molte volte mutare aspetto, trasfigurarsi, animarsi, divenire eloquente, entusiasmarsi e tuonare con parola calda, inspirata, potente, ora evocando le magnificenze del mondo antico, ora fustigando le sozzure del moderno... e ho potuto studiarne, con cura amorosa, l'intelletto e i sentimenti, e mirarne, quasi a nudo, l'indole, e ho avuto campo di apprezzare tutta la foga lirica, tutti gl'impeti passionati dell'anima sua d'artista e di poeta. (Raffaello Giovagnoli)
  1. Da Napoletani del 1779; citato da Francesco Trinchera nella Tornata del 27 gennaio 1883 della Camera dei Deputati (Regno d'Italia).
  2. Giovanni Battista Niccolini (1782 – 1861), drammaturgo italiano.

Bibliografia

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  • Pietro Cossa, Nerone, F. Casanova Editore, 1882.

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