Pertinace

diciottesimo imperatore romano (193)

Publio Elvio Pertinace (126 – 193), politico, militare, console e imperatore romano.

Pertinace (attribuzione incerta)

Citazioni su Pertinace modifica

  • La gloria di Pertinace uguagliava e superava ancora lo splendore delle sue dignità. Erasi dimostrato ugualmente capace degl'impieghi militari e civili. Bravo ed abile guerriero, il suo nome, era divenuto il terrore de' Barbari; ed aveva nel medesimo tempo saputo mantenere la disciplina con severità tra le truppe inquiete e sediziose. Nel Governo di Roma si diportò con tale dolcezza, affabilità, e bontà, che gli conciliarono l'amore d'ogni uno. Semplice modello a segno tale, che riconosceva anche allora per suo protettore Lolliano Avito[1], a cui era divenuto per lo meno uguale, ma per cui conservò sempre gran riverenza e gratitudine, essendo egli stato il primo autore della sua fortuna; nemico del lusso, e amatore della frugalità, la Storia altro non gli rinfaccia, che un'economia troppo eccessiva, e il costume di promettere più di quello che avesse intenzione di mantenere per contentare con belle parole coloro, a cui non poteva soddisfare coll'opera. (Jean-Baptiste-Louis Crevier)
  • La stima per la sua virtù era universale. Quando arrivò nelle Provincie, la novella della morte di Commodo, e dell'elezione di Pertinace, i popoli esitarono a prestarle credenza. Temettero che quella non fosse un'insidia, tesa da Commodo per avere occasione di esercitare le sue crudeltà, e le sue rapine. In quella incertezza molti Governatori presero il partito di attendere la conferma, e di far anche metter prigione i corrieri, essendo certi, che se la nuova fosse vera, Pertinace avrebbe loro di leggieri perdonato un fallo, che non procedeva da cattiva volontà. I popoli alleati dell'Imperio non avevano di lui una men vantaggiosa idea. Il suo inalzamento gli ricolmò di allegrezza; ed inviarono a gara Ambasciatori per congratularsene col Senato, e col Popolo Romano. (Jean-Baptiste-Louis Crevier)
  • Pertinace richiamò alla moderazione i banchetti imperiali, nei quali Commodo aveva pazzamente profuso tesori. (Ludwig Friedländer)

Note modifica

  1. Questo senatore da Vittore è chiamato Lollio Genziano. Ma egli è certamente quel desso che Capitolino nella vita di Pertinace n. 1 denomina Lolliano Avito. [N.d.A.]

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