Pasquale Galluppi

filosofo italiano (1770-1846)

Pasquale Galluppi (1770 – 1846), filosofo italiano.

Pasquale Galluppi, monumento nella città natale di Tropea

Incipit di alcune opere

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Filosofia della volontà

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L'Uomo è certamente un agente fisico della natura. Egli è ancora un agente morale. Con queste due proposizioni io intendo dire, che, nelle operazioni volontarie, l'uomo si dee riguardare sotto due principi delle sue operazioni, uno de' quali è la propria felicità, l'altro il proprio dovere. Considerato l'uomo come disposto o mosso ad operare pel fine della propria felicità, io lo chiamo agente fisico della natura. Considerato l'Uomo stesso come disposto o mosso ad operare dal principio del proprio dovere, io lo chiamo agente morale. Per denotare con un solo nome i due principi enunciati, io mi servo del vocabolo bene. Io perciò intendo per bene l'adempimento del dovere, ed il conseguimento della felicità. L'Uomo dunque, considerato come agente volontario, è disposto o mosso ad operare dal bene.

Storia della filosofia

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La prima quistione che han cercato di risolvere i dotti dell'antichità, tanto i poeti e quegli storici che hanno voluto rimontare alle primitive tradizioni, quanto i filosofi, è stata la quistione su l'origine dell'universo, e, per conseguenza, dell'uomo. Vi sono, state su l'oggetto due opinioni; né possono esservene di più: alcuni han creduto che il mondo attuale ha avuto un incominciamento; alcuni altri che esso è stato sempre; e che, in conseguenza, il genere umano sia stato esistente sin dall'eternità. Questa seconda opinione, sebbene non sia la più antica, è stata nondimeno insegnata da celebri filosofi; fra i quali basta nominare Aristotile, ed i nuovi Platonici.

Citazioni su Pasquale Galluppi

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  • Galluppi scrive una Critica della conoscenza, nella quale mostra grandissima erudizione e molto acume. Conosce assai bene la storia della filosofia da Cartesio a Kant: non così i greci e i tedeschi. Manca della conoscenza del fondamento e della corona dell'edifizio della storia della filosofia. Quindi non conosce bene quel che conosce.
    Pare pretto empirista, un nuovo Locke, puro psicologista. Procede empiricamente, colla semplice osservazione; nega il giudizio sintetico a priori, e non intende il senso di questo problema, come l'ha bene inteso il Rosmini; pare insomma di tutt'altro infetto, che di kantismo.
    E con tuttociò è kantista; è kantista quasi senza saperlo, quasi suo malgrado, per una forza superiore alla sua volontà. (Bertrando Spaventa)

Bibliografia

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