Paolo Tanzella (1910 – 1986), religioso dehoniano italiano.

  • Attraverso la partecipazione e il sacrificio si diventa costruttori spirituali del Regno di Dio. (da Messis, Napoli)[1]
  • I missionari non si improvvisano, non spuntano come "funghi" ci vogliono anche coloro che preparano i missionari e lavorano perché essi evangelizzano. È da 2000 anni che la Chiesa si affatica alla conversione del mondo. Quando sarà realtà è un segreto di Dio. Noi ringraziamo la Provvidenza che ci ha eletti suoi cooperatori. (da Messis, Napoli 1953)[1]
  • L'epopea missionaria non è tutta nella partenza. La storia non è fatta solo di partenze e arrivi. Le lotte, i sacrifici, e i martiri conosciuti o segreti di missionari, le ansie dell'apostolato duro, le quotidiane preoccupazioni per le scuole e gli ospedali e per tutte le molteplici opere richieste oggi in terra di missione sono fatti e cose che nessuno scriverà, perché sfuggono al narratore più attento e forse, al loro protagonista stesso. (da Messis, Napoli 1958)[1]
  • Ognuno per la propria parte deve contribuire alla diffusione del Regno di Dio sulla terra... Soltanto quando si fa un largo posto a Dio in noi Lui ne avrà uno più grande nel mondo. (da Messis, n. 1, Napoli 1960)[1]
  • Per un vero cattolico l'universalità della Chiesa è la prospettiva normale della sua vita e la sua azione missionaria non è che la risposta spontanea della sua gratitudine per il dono della fede ricevuta. (da Messis, luglio 1959 Napoli)[1]

Citazioni su Paolo Tanzella modifica

  • Il suo libro su Papa Giovanni è per me un balsamo. L'ho letto una volta e lo rileggo ancora. Ho ammirato molto anche la presentazione. (Dino Segre)

Note modifica

  1. a b c d e citato in Presenza cristiana, n. 15, 1986 Andria.