Osvaldo Guerrieri

critico teatrale, giornalista e scrittore italiano

Osvaldo Guerrieri (1944 – vivente), critico teatrale, giornalista e scrittore italiano.

Osvaldo Guerrieri

Citazioni di Osvaldo Guerrieri modifica

  • [Sul programma di Raitre] Altro che tv verità. Facendo uscire dai laboratori la pratica dello psicodramma e presentandola su Raitre nel ciclo domenicale intitolato ”Da storia nasce storia”, Ottavio Rosati tenta addirittura di realizzare la tv segreta, la tv del profondo, la tv dell'inconfessabile. Chi non sa molto della funzione terapeutica dello psicodramma e si siede dinanzi al teleschermo, potrebbe pensare a una forzatura della fiction, a una furbesca esasperazione dei fatti di vita. E magari direbbe che i panni sporchi ognuno deve lavarseli in casa propria. Ma lo psicodramma non vuole la solitudine. Sia giusto o sbagliato, esige che il nero raggrumatosi in fondo al cuore venga non solo portato alla soglia della coscienza, ma sia esposto pubblicamente, "rappresentato", dibattuto con altri a scopo liberatorio e in tutte le possibili varianti[1].
  • [Su War and Peace del Gob Squad] Benvenuti nel salotto di Anna Pavlovna Scherer e benvenuti fra i destini incrociati di “Guerra e pace”, anzi di “War&Peace”. Per far che? Per giocare alla guerra? Per preoccuparci della nostra pace? Ma non pensiate, una volta entrati nel “salon”, di cominciare a vivere nel romanzo di Lev Tolstoj, ossia nell’unica e fluviale narrazione epica degli ultimi due secoli. Preparatevi invece a farvi acciuffare da una specie di happening beffardo e tecnologico che la compagnia anglo-tedesca del Gob Squad, saldamente domiciliata a Berlino, ha rielaborato smontando il monolite letterario e adattandolo alla dimensione del cabaret, della farsa baraccona, dello sfottò che tuttavia, e per fortuna, non cerca di eludere temi tremendamente seri.[2]
  • In queste settimane sono passati molti casi esemplari sul palcoscenico di Rosati. L'altra sera è stata la volta di Rosalia Maggio, che ha rivissuto e discusso un episodio molto drammatico della sua vita. Storia di un Papa apparso ad un'attrice era il sottotitolo della trasmissione; e Rosalia, prima con serena oggettività, poi con voce rotta e smorzata, ha raccontato un giorno lontano nel 1968, quando, letteralmente alla fame, pensò di prostituirsi. [...] Si veste, si pettina, si trucca. La tv è accesa. Le dà uno sguardo distratto, c'è Papa Giovanni in visita ai carcerati di Regina Coeli (ma Giovanni XXIII non era morto nel 63?). Il Papa la guarda: "Sì, sì, bravo - dice lei - tu tieni tutto, casa, soldi. Io vado a fare la puttana: le mie figlie devono mangiare!". Rosalia sta per uscire. Ma un'occhiata del Papa, che lei crede diretta a sé, la immobilizza. In quel momento squilla il telefono. È un'offerta di lavoro, un film. Non sono molti soldi, ma bastano per uscire dall'incubo, per cambiare vita. E per provare immensa gratitudine verso il Papa, che rivive nell'immaginazione di Rosalia in un incontro che non c'è mai stato. Tra scambi di ruolo, immedesimazione e allontanamento, lo psicodramma attraversa tutti i tormenti segreti di una donna. C'è da chiedersi se lo psicodramma non abbia un vizio di fondo; se cioè, impostato su un'attrice, non sia destinato fatalmente all'esibizionismo, alla simulazione. Possiamo dar credito a chi finge per mestiere? L'obiezione è così legittima, anzi così ovvia, che la stessa Rosalia si sente autorizzata a precisare che lei non recita mai. Anche in scena si limita a vivere. Più bello e più spietato di così...[3].
  • [Sul Giulio Cesare di Alex Rigola al Carignano] Questo “Giulio Cesare” ha le caratteristiche di un teorema politico. Utilizzando le parole di Shakespeare pone interrogativi micidiali. Bruto e compagni uccidono Cesare per difendere l’idea di una democrazia che ai loro occhi è compromessa. Ma essi non sanno gestire le conseguenze della loro azione, fuggono, combattono e a differenza degli avversari non hanno una strategia, sono divisi, soccombono. E diventa inevitabile chiedersi se la democrazia può nascere dal sangue e se può essere esportata o imposta con le armi.[4].
  • [Su Zerka Toeman Moreno] Strana la parentela tra Moreno e Pirandello. I due non si frequentarono né si conobbero. Ma un legame indiretto esisteva. Racconta la signora Zerka: "Quando Moreno era in Austria, sovrintendente in un campo profughi, divenne amico dello psicologo italiano Ferruccio Banissoni al quale parlò delle proprie teorie. E' probabile che Banisssoni abbia portato a Roma le idee di Moreno". Ma Moreno entrò in contatto con l'ambiente teatrale italiano. "Conobbe soprattutto la Duse, all'epoca in cui era legata a D'Annunzio. Lo colpì il fatto che Eleonora rifiutasse di imparare a memoria la parte e recitasse con l'aiuto di molti suggeritori: respingeva inconsciamente la parola dell'autore, tendeva all'improvvisazione. Tutto questo faceva un certo effetto su Moreno che riconosceva nel teatro i conflitti che la psicoanalisi ha sempre cercato di sciogliere: il rapporto con la Duse fu dunque una specie d'illuminazione, forni a Moreno la dimostrazione dello stretto legame che unisce il teatro alla pratica analitica"[5].

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  • [Su L'insaziabile] Guerrieri costruisce in profondità e con sottilissime analisi psicologiche la figura drammatica del giocatore per nulla intimidito dai classici lontani e vicini (Dostoevskij, Landolfi.(Giuseppe Cassieri)

Note modifica

  1. Con il Papa e un'attrice il video è una porta sull'inconscio, 26 Novembre 1991 La Stampa
  2. “Guerra e Pace” del Gob Squad, 23 febbraio 2017 La Stampa
  3. Con il Papa e un'attrice il video è una porta sull'inconscio, 26 Novembre 1991 La Stampa
  4. Il “Giulio Cesare” al Teatro Carignano di Torino, 15 marzo, 2017 La Stampa
  5. Intervista con la Moreno, protagonista tra scienza e teatro, 12 Settembre 1986 La Stampa

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