Odio implacabile

film del 1947 diretto da Edward Dmytryk

Odio implacabile

Immagine CrossfirePoster2.jpg.
Titolo originale

Crossfire

Lingua originale inglese
Paese Stati Uniti d'America
Anno 1947
Genere drammatico, noir
Regia Edward Dmytryk
Soggetto Richard Brooks
Sceneggiatura John Paxton
Produttore Dore Schary, Adrian Scott
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

Odio implacabile, film statunitense del 1947 con Robert Young, Robert Mitchum e Robert Ryan, regia di Edward Dmytryk.

Frasi modifica

  Citazioni in ordine temporale.

  • I soldati non vanno in nessun posto se non hanno un ordine. Quando sono liberi vanno a zonzo o a dormire. (Keeley)
  • Metà di costoro non hanno una madre, non rispettano l'esercito. Un uomo non è un uomo se non rispetta l'esercito. Chi non rispetta l'esercito, non rispetta sua madre. (Montgomery)
  • Lei dice che sembrate ubriaco senza aver bevuto, vuol dire che qualcosa non funziona. Strana cosa, vero? [...] E peggiora di notte. Forse è perché ad un tratto ci troviamo senza più nessuno da odiare. Per quattro anni abbiamo concentrato gli sguardi su un solo punto, così piccolo: vincere la guerra, non c'era altro, la vittoria. Ma ora basta. E a un tratto la pace. Cominciamo a guardarci un po' attorno. Nessuno sa ciò che accadrà, né cosa deve fare. Sappiamo combattere, ma non sappiamo più chi combattere. C'è come una tensione nell'aria. Siamo ancora intossicati dall'odio e dalla lotta. Uno finisce con l'odiare se stesso. (Samuel)
  • L'odio è sempre lo stesso, è sempre cieco. Un giorno uccide irlandesi e cattolici, il giorno dopo ebrei, un altro giorno protestanti, un altro quaccheri, è difficile fermarlo, e può finire per uccidere gente che ha la cravatta a strisce o gente del meridione. (Finlay)

Citazioni su Odio implacabile modifica

  • È un noir a tesi dove la scrittura registica di taglio espressionista, peraltro applicata da E. Dmytryk con artificiosità, è subordinata al messaggio antirazzista, indebolendolo per mancanza di approfondimento. Pur non trascurando l'influenza del neorealismo italiano nella produzione RKO di quel periodo di cui fu un'opera di punta (e come tale premiata a Cannes), rimane da constatare l'idoneità del film noir a suggerire il malessere, le frustrazioni, le fobie del primo dopoguerra negli Stati Uniti. (il Morandini)

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