Nova Cronica

resoconto storico di Giovanni Villani

Nova Cronica (o Nuova Cronica), cronica storica in gran parte scritta da Giovanni Villani, e, dopo la sua morte nel 1348, proseguita dai parenti Matteo e Filippo.

Onorio III unisce in matrimonio Federico II e Jolanda di Brienne, miniatura del XIV secolo dalla Nova Cronica

Nova Cronica

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Con ciò sia cosa che per gli nostri antichi Fiorentini poche e non ordinate memorie si trovino di fatti passati della nostra città di Firenze, o per difetto della loro negligenzia, o per cagione che al tempo che Totile Flagellum Dei la distrusse si perdessono scritture; io Giovanni cittadino di Firenze, considerando la nobiltà e grandezza della nostra città a' nostri presenti tempi, mi pare che si convegna di raccontare e fare memoria dell'origine e cominciamento di così famosa città, e delle mutazioni averse e felici, e fatti passati di quella; non perch'io mi senta sofficiente a tanta opera fare, ma per dare materia a' nostri successori di non essere negligenti di fare memorie delle notevoli cose che averranno per gli tempi apresso noi, e per dare esemplo a quegli che saranno delle mutazioni e delle cose passate, e le cagioni, e perché; acciocch'eglino si esercitino adoperando le virtudi e schifando i vizi, e l'avversitadi sostegnano con forte animo a bene e stato della nostra repubblica. E però io fedelmente narrerò per questo libro in piano volgare, acciocchè che gli laici siccome gli aletterati ne possano ritrarre frutto e diletto; e se in nulla parte ci avesse difetto, lascio alla correzione de' più savi.

Citazioni

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  • Nel detto anno, per le feste della Natività di Cristo, uno frate Venturino da Bergamo dell'ordine de' predicatori d'età di trentacinque anni, di picciola nazione, per sue prediche recò a penitenzia molti peccatori micidiali e rubatori, ed altri cattivi uomini della sua città e di Lombardia. E per le sue efficaci prediche commosse ad andare alla quarantina a Roma e al perdono più di diecimila Lombardi gentili uomini ed altri [...]; e venieno per le città di Lombardia e di Toscana a schiere di venticinque o trenta, e ogni brigata con sua croce innanzi gridando pace e misericordia; e giugnendo nelle cittadi si rassegnavano prima alla chiesa de' frati predicatori, e in quella dinanzi all'altare si spogliavano dalla cintola in su, e si batteano un pezzo umilmente. (lib. XI, cap. XXIII; vol. 3, p. 240)
  • Infra 'l detto tempo fu in Firenze il detto frate Venturino, e predicò più volte; e alle sue prediche traeva tutto il popolo di Firenze quasi come a uno profeta. Le dette sue prediche non erano però di sottili sermoni né di profonda scienza, ma erano molto efficaci e d'una buona loquela e di sante parole, dicendole molto dubbiose e accentive a commuovere genti, quasi affermando e dicendo: Quello ch'io vi dico sarà, e non altro; che Iddio così vuole. Andonne a Roma co' detti pellegrini, e con molti altri di Toscana che 'l seguiro, che fu innumerabile popolo con molta onestà e pazienza. (lib. XI, cap. XXIII; vol. 3, p. 241)
  • In corte, o per invidia o per altra sua presunzione, fu accusato al Papa, e appostigli più articoli di peccati e di resia, dei quali fu disaminato, e fatta inquisizione, e fu trovato buono cristiano e di santa vita; ma per la sua presunzione, e perché diceva che non era niuno degno papa se non stesse a Roma alla sedia di san Piero, e per tema ch'ebbe il papa che per le sue prediche non commovesse il popolo cristiano, sì gli diè i confini a dimorare a Frisacca, una terra nelle montagne di Ricordana, e comandogli che non confessasse persona, né predicasse a popolo. E questi sono i buoni meriti c'hanno le sante persone da' prelati di santa Chiesa; ovvero che fu giusto per temperare la soperchia ambizione del frate, tutto ch'adoperasse con buona intenzione. (lib. XI, cap. XXIII; vol. 3, p. 241)

E nota lettore, che le sopraddette rovine e pericoli di tremoti sono grandi segni e giudicii di Dio, e non sanza gran cagione e permessione di Dio; e sono di quelli miracoli e segni, che Gesù Cristo vangelizzando predisse a' suoi discepoli, che doveano apparire alla fine del secolo.

Bibliografia

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