Nazir di Agra
poeta indiano
Nazir di Agra, oppure Nazir di Akbarabad, pseudonimo di Wali Muhammad (1740 – 1830), poeta indiano.
Citazioni di Nazir di Agra
modifica- Chi ha la lingua, non riesce a parlare che a segni, | chi è muto vuol fare eloquenti discorsi in persiano. | La cornacchia si pavoneggia in un cappello di cigno, | e la ranocchia saltellando dà calci al grosso elefante. | Che dire? Insomma, è questo lo spettacolo del mondo. (in Bausani, p. 150)
- Quei che nel mondo è Re, non è altri che un uomo, | e chi è mendicante e pitocco, non è altri che un uomo, | il danaroso e l'afflitto, non è altri che un uomo, | e chi mangia ogni grazia di Dio, non è altri che un uomo, | e chi va in cerca d'una crosta di pane, non è altri che un uomo! || Faraone, che si vantava, lui, d'essere Dio | e Sciaddâd[1], che s'era fatto un paradiso e n'era il Signore, | Nimrôd[2], che si faceva chiamare Dio avanti a tutti... | È cosa che tutti capiscono, a che parlarne di più: | quando tutto fu finito, chi erano? Null'altro che uomo! || [...] || Dai nobili ai plebei, dal Principe fino al Ministro | tutti son uomini, sieno onorati o meschini. | Qui uomo è il Maestro, uomo è il discepolo suo, | e quello che è buono lo chiamano uomo, o Nazîr, | e quello che fra tutti è malvagio uomo, infine, è anche lui. (in Bausani, pp. 156-157)
Note
modifica- ↑ Re leggendario dell'Arabia Felice (Yemen). Edificatore, secondo la tradizione islamica, dei giardini di Iram simili al paradiso terrestre, considerava se stesso Dio. Cfr. Storia delle letterature del Pakistan, p. 157.
- ↑ Nel Corano il nemico di Abramo. Cfr. Storia delle letterature del Pakistan, p 157.
Bibliografia
modifica- Alessandro Bausani, Storia delle letterature del Pakistan, Urdu, Panjâbī, Sindhi, Pasc'tô, Bengali, Pakistana, Nuova Accademia Editrice, Milano, 1958.
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