Narciso (mitologia)

personaggio della mitologia greca

Narciso, personaggio della mitologia greca.

Michelangelo Merisi da Caravaggio: Narciso (1594-1596). Roma, Galleria nazionale d'arte antica.

Citazioni su Narciso modifica

  • Il mito di Narciso riguarda direttamente un determinato aspetto dell'esperienza umana, come dimostra la provenienza del nome stesso dal greco narcosis, che significa torpore. Il giovane Narciso scambiò la propria immagine riflessa nell'acqua per un'altra persona. E questa estensione speculare di se stesso attutì le sue percezioni sino a fare di lui il servomeccanismo della propria immagine estesa o ripetuta. La ninfa Eco cercò di conquistare il suo amore con frammenti dei suoi stessi discorsi, ma senza riuscirvi. Narciso era intorpidito. Si era conformato all'estensione di se stesso divenendo così un circuito chiuso. [...] Il senso di questo mito è che gli esseri umani sono soggetti all'immediato fascino di ogni estensione di sé, riprodotta in un materiale diverso da quello stesso di cui sono fatti.
    Studiosi di medicina come Hans Selye e Adolfe Jonas sostengono che tutte queste estensioni, sia in salute sia in malattia, non sono che tentativi di conservare l'equilibrio. Essi le considerano «autoamputazioni» e ritengono che il corpo ricorra al potere o alla strategia autoamputativa quando la sua percezione non riesce a individuare o evitare la causa dell'irritazione.
    Questo è il senso del mito di Narciso. L'immagine del giovane è un'autoamputazione o un'estensione determinata da processi irritanti. In quanto revulsivo essa produce un torpore generale o uno shock che impedisce il riconoscimento. L'amputazione di sé vieta il riconoscimento di sé. Il principio dell'autoamputazione come sollievo immediato alle tensioni del sistema nervoso centrale si applica facilmente all'origine di tutti i media di comunicazione, dalla parola al calcolatore. (Marshall McLuhan)
  • Narciso fece la conoscenza di se stesso, ma non conobbe se stesso. «Conosci te stesso» stava scritto sul tempio di Apollo a Delfi: Narciso, come altri prima e dopo di lui, fallì di fronte a questo compito, il più difficile di tutti; cercò se stesso nel riflesso della sua propria immagine. La parola «conoscere» ha un significato duplice; Narciso si abbandona a un'avventura erotica, come Faust a un'avventura spirituale. (Ernst Jünger)
  • Non bisogna prestare un ascolto troppo compiacente a quella coscienza che prendo di me come di un essere unico e inimitabile, poiché risveglia sempre l'amor proprio che cerca di assorbire tutto e tutto volge a proprio vantaggio. L'atto più profondo che ogni essere possa compiere è un atto libero e generoso rispetto a questa stessa coscienza che ha di sé, ma che sempre supera, e dalla quale mai si lascia asservire. Narciso invece ne è rimasto schiavo. (Louis Lavelle)

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