Campionato mondiale di calcio 1982

12ª edizione del campionato mondiale di calcio FIFA
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Citazioni sul campionato mondiale di calcio 1982.

La nazionale italiana di calcio che si aggiudicò il mondiale 1982

Citazioni

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  • Ho avuto la (s)ventura di assistere dal vivo a uno dei falli più brutali della storia del calcio moderno. Lo commise il portiere tedesco Schumacher, in uscita sul francese Battiston nella semifinale mondiale di Siviglia a Spagna '82. Battiston finì all'ospedale con una lesione alla vertebra cervicale, dopo averci rimesso alcuni denti. E quel bastardo di portiere non solo non fu nemmeno ammonito, ma rimise subito il pallone in gioco mentre Platini e gli altri soccorrevano il loro compagno svenuto. (Gigi Garanzini)
  • Ho rivisto più di una volta le partite contro il Brasile e l'Argentina. Mi sono chiesto, prima di mettermi davanti al video: ma sono stato così cattivo? Alla fine, però, con la coscienza mi sono sentito veramente tranquillo. Quei due [Zico e Maradona] li ho fermati senza illeciti. Loro, invece, non riuscendo a liberarsi dalla mia marcatura, non hanno fatto altro che protestare, alzare le mani al cielo, richiamare l'attenzione dell'arbitro. A fine partita, probabilmente per trovare delle giustificazioni alla loro pessima prova, hanno tirato fuori quella storia, squallida, del Gentile killer. Evidentemente di botte non se ne intendono. (Claudio Gentile)
  • Quello fu un Mondiale diverso da tutti gli altri. [...] Non era un successo [...] che riguardasse solo noi, la squadra, ma una vittoria che apparteneva a tutti, coinvolgeva milioni di persone [...]. Era l'82, l'Italia usciva appena dagli Anni di piombo, dal delitto Moro... La vittoria del Mondiale in Spagna spazzò tristezze, angosce e paure. Per il Paese rappresentò un motivo di riscatto, una botta di ottimismo. [...] Per tutti questi motivi dico che fu un Mondiale unico. (Paolo Rossi)
  • Vi siete mai chiesti perché quel Mondiale è rimasto nell'immaginario collettivo della gente? Quel Mondiale è stata una vittoria non solo inaspettata — che sono quelle che ti danno maggiore gioia — ma anche di tutti: non solo di Paolo Rossi capocannoniere, né solo della squadra. Quella vittoria è considerata la vittoria dell'Italia, in cui tutti, nessuno escluso, hanno partecipato in maniera forte, e si sono sentiti dentro quell'Italia. (Paolo Rossi)
  • [Dopo la vittoria del mondiale] Ero rimasto allo stadio più degli altri per le interviste e tornai in albergo non con le guardie del corpo, come succede oggi, ma sul furgoncino del magazziniere. Gaetano mi aspettava. Mangiammo un boccone, bevemmo un bicchiere, ci sembrava sciocco festeggiare in modo clamoroso: mica si poteva andare a ballare, sarebbe stato come sporcare il momento. Tornammo in camera e ci sdraiammo sul letto, sfiniti da troppa felicità. Però la degustammo fino all'ultima goccia, niente come lo sport sa dare gioie pazzesche che durano un attimo, e bisogna farlo durare nel cuore. Eravamo estasiati da quella gioia, inebetiti.
  • [«Durante i Mondiali, l'Italia intesa come nazione, si identificò nell'Italia intesa come squadra: perché?»] Per varie ragioni ma credo che la principale sia che lo sport è rimasto una delle poche cose pulite che ci siano al mondo; oppure perché, dopo averci dati per eliminati, siamo riusciti a risalire a galla; o anche infine perché soprattutto con un popolo come il nostro che manca di senso delle proporzioni, passare dall'abbattimento all'esaltazione è la cosa più semplice che ci sia.
  • Quella del Mondiale è stata davvero una favola, dall'inizio stentato, poi sempre più travolgente, fino all'ultimo atto vittorioso del Bernabeu. Sì, davvero una favola. [«La Coppa del Mondo potrebbe essere l'equivalente dell'Oscar per il cinema. E tu l'avevi blindata quella coppa proprio perché uno che si chiama Oscar aveva attraversato il tuo destino...»] È vero, quella parata su Oscar nel finale della partita col Brasile me la rivedo spesso davanti agli occhi. E pure lui la rivede, me l'aveva rivelato [...]. Sì, quella parata ci aveva permesso d'andare avanti. Ma un mondiale, visto che si gioca ogni 4 anni, vale molto di più di un Oscar del cinema.

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