Michel Beaud
economista francese
Michel Beaud (1935 – vivente), economista francese.
Citazioni di Michel Beaud
modifica- La nobiltà è attaccata al suo rango e ai suoi privilegi: agli Stati generali del 1614, il luogotenente civile Henri de Mesmes aveva dichiarato che «i Tre ordini erano tre fratelli, tutti figli della Francia, loro madre comune»; i nobili replicarono che «non volevano affatto che dei figli di calzolai e ciabattini li chiamassero fratelli e che tra loro c'era tanta differenza, quanta ce n'era tra il Padrone e il Servo». (parte prima, cap. I, p. 32)
- Le opere di Marx, e in particolare Il capitale, hanno suscitato un gran numero di studi di economia politica sul capitalismo: si è così contribuito, almeno in parte, a spiegarne i meccanismi di crescita e di crisi, di duplice progressione di ricchezza e povertà, di monopolio e predominio su scala mondiale. Tuttavia si è anche assistito alla proliferazione di pedisseque ripetizioni della vulgata marxista che hanno impedito di comprendere le evoluzioni in corso. Inoltre, la riduzione di ogni aspetto storico all'economia e la mancanza di memoria storica hanno indotto in alcuni casi a trascurare la complessità della vita sociale, della realtà dello Stato e della politica, impedendo una visione di insieme delle cose. Da qui un progressivo impoverimento del pensiero marxista. (parte prima, cap. III, p. 146)
- Il capitalismo non è una persona né un'istituzione. Non vuole e non sceglie. È una logica che opera attraverso un modo di produzione: cieca e ostinata logica di accumulazione.
Logica che si basa sulla produzione di beni, poiché il valore d'uso costituisce il supporto di plusvalore che deve fare ritorno al capitale; occorre inoltre che tale valore sia realizzato, che la merce venga venduta; altrimenti l'accumulazione si blocca, e può originarsi una crisi. (parte seconda, p. 151)
- Il fordismo non consiste soltanto nell'applicazione di un rinnovato modello di organizzazione del lavoro, esso rappresenta anche un nuovo modo di inserire i lavoratori nella società capitalista: si tratta al contempo di un nuovo modello di produzione capitalista (con salari relativamente elevati per una parte della classe operaia e forte aumento della produttività grazie alla produzione di massa e alla razionalizzazione) e di realizzazione del valore così creato (con lo sviluppo del consumo di massa, che si estende a un settore della classe operaia, le cui condizioni di vita si avvicinano a quelle della classe media). (parte seconda, cap. V, p. 206)
- Il lavoro a catena, scomponendo al massimo i compiti e imponendo lo stesso ritmo a tutti i lavoratori, permette di aumentare la produttività in maniera considerevole. In tal modo, l'assemblaggio di un volano magnetico, che se realizzato da un operaio richiedeva venticinque minuti, con un nastro trasportatore e ventinove operai, ognuno «specializzato» in una singola operazione, richiede inizialmente circa tredici minuti; in seguito con il miglioramento dei nastri, sette minuti, e infine, una volta adeguato il ritmo di lavoro alla velocità del trasportatore, cinque minuti. La produttività viene così moltiplicata per cinque. Tuttavia, ogni lavoratore deve ripetere il medesimo gesto ogni dieci secondi, ovvero oltre 3200 volte in una giornata lavorativa di nove ore. (parte seconda, cap. V, p. 207)
- Crescita della popolazione, crescita dei bisogni, crescita delle produzioni, dello sfruttamento delle risorse, dei rifiuti. Processi di crescita di cui giorno dopo giorno appaiono sempre più evidenti i danni causati al nostro pianeta: inquinamento chimico dei fiumi, del suolo, dell'aria e degli oceani; distruzione delle foreste e del territorio; desertizzazione; danni alla fascia d'ozono; rischi di cambiamenti climatici. Per la prima volta nella storia dell'umanità, gli effetti delle attività umane paiono incidere sempre più negativamente sull'ambiente e rischiano di distruggere il fragile equilibrio fisico-chimico che ha reso possibile la vita sulla terra. (parte seconda, cap. VII, p. 324)
Bibliografia
modifica- Michel Beaud, Storia del capitalismo (Histoire du capitalisme), traduzione di Giuliana Picco, Oscar storia Mondadori, Milano, 2004.
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