Charles Robert Maturin
scrittore e drammaturgo irlandese
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Charles Robert Maturin (1782 – 1824), religioso protestante, scrittore e drammaturgo irlandese.
Citazioni di Charles Maturin
modifica- È bene essere allegro e saggio,
È bene essere onesto e vero;
È bene non interessarsi del vecchio amore,
Prima di stare col nuovo.
- Tis well to be merry and wise,
Tis well to be honest and true;
Tis well to be off with the old love,
Before you are on with the new. (da Bertram, recitato al Drury Lane, 1816)
- Oh misera è la dama, a cui il suono,
"Il vostro Signore tornerà presto", non fa piacere.
- O wretched is the dame, to whom the sound,
"Your lord will soon return," no pleasure brings. (da Bertram, 9 maggio 1816, Atto II, scena 5)
- Si preferisce sprecare la vita in quelle che sono chiamate buone risoluzioni: parziali sforzi di riforma, iniziati debolmente, condotti spietatamente e irrimediabilmente conclusi.
- They waste life in what are called good resolutions—partial efforts at reformation, feebly commenced, heartlessly conducted, and hopelessly concluded. (dai Sermons, p. 262) non c'è esatta corrispondenza fra testo inserito e fonte.
Melmoth l'errante
modifica- Quanto è falso il trattato stipulato con Dio che abbiamo ratificato con il nostro sangue.
- How false is a treaty made with God, which we ratify with our own blood […]. (cap. V in Tale of the Spaniard)
- [...] la dissimulazione insegna a dissimulare e l'unico problema è: dobbiamo diventare maestri o vittime di quest'arte? Il nostro egoismo fornisce presto la risposta. (cap. V in Il racconto dello spagnolo; 2019)
- È realmente possibile diventare dilettanti nella sofferenza.
- It is actually possible to become amateurs in suffering. (cap. IX)
- Sì, rido di tutta l'umanità, e dell'imposizione che osano mettere in pratica quando parlano di cuori. Rido delle passioni umane e delle preoccupazioni degli uomini; vizi e virtù, religione ed empietà, sono il risultato di località meschine e di una condizione artificiale. Per un fisico che vuole una sola lezione severa e brusca dal labbro incolore e avvizzito per necessità, vale tutta la logica dei vuoti miserabili che hanno presunto di cianciarla, da Zenone fino a Burgersdicius. Fa silenzio in un secondo tutto il sofisma debole della vita convenzionale e della passione ascetica.
- Yes, I laugh at all mankind, and the imposition they dare to practise when they talk of hearts. I laugh at human passions and human cares,–vice and virtue, religion and impiety; they are all the result of petty localities, and artificial situation. One physical want, one severe and abrupt lesson from the tintless and shrivelled lip of necessity, is worth all the logic of the empty wretches who have presumed to prate it, from Zeno down to Burgersdicius. Oh! it silences in a second all the feeble sophistry of conventional life, and ascititious passion. (cap. IX)
- Non esiste errore più assurdo, e ancora più radicato nel cuore dell'uomo, che la convinzione che le sue sofferenze promuoveranno la sua sicurezza spirituale.
- There is no error more absurd, and yet more rooted in the heart of man, than the belief that his sufferings will promote his spiritual safety. (cap. XI)
- Era la prima volta che osservava una sua vittima con rimorso. Anche la gioia con cui la ragazza lo accolse riportò quasi nel suo cuore quei sentimenti umani cui cui da tempo aveva rinunciato, e per un attimo avvertì una sensazione simile a quella del suo padrone quando visitò il paradiso: pietà per quei fiori che aveva deciso di eliminare per sempre. (cap. XV – Il Racconto degli Indiani)
- "Vengono" spiegò indicando le navi, "da un mondo dove l'unica preoccupazione degli abitanti è accrescere la propria sofferenza e quella altrui, al massimo grado; e considerando che hanno avuto solo quattromila anni per esercitarsi, bisogna ammettere che hanno compiuto notevoli progressi". (cap.XVII – Il Racconto degli Indiani)
- "Il pastore raccontò a Elinor di aver conosciuto un irlandese di nome Melmoth, uomo di vasta cultura, acuta intelligenza e grande curiosità, con cui aveva stretto un profondo legame. All'inizio dei disordini in Inghilterra i religioso era stato costretto con la famiglia a cercare rifugio in Olanda. Là incontrò di nuovo Melmoth che gli propose un viaggio in Polonia: accettò l'offerta e partirono. A questo punto si diffuse in racconti sull'astrologo John Dee e l'avventuriero polacco Albert Laski, che furono loro compagni in Inghilterra e in Polonia, e aggiunse che Melmoth si era votato esclusivamente allo studio di quell'arte che è disprezzata da "chiunque invoca il nome del signore". La nave della sua intelligenza era troppo grande per i piccoli mari che stava costeggiando, desiderava avventurarsi nell'oceano aperto delle scoperte, in altre parole Melmoth prese a frequentare maghi, o peggio, che gli promettevano la conoscenza e il dominio del mondo, a condizioni indescrivibili. Una strana espressione gli attraversò il viso. Si riprese e aggiunse: "Da allora smisi di vederlo. Pensai che avesse ceduto alle lusinghe del diavolo, al suo potere." (cap. XXIX – Il Racconto della Famiglia dei Mortimer)
- Ogni anno la rosa rifiorisce, ma in che anno vedrai ricostruire una piramide?[1]
- Every year renews the rose, but what year shall see a pyramid rebuilt? (cap. XIV in Tale of the Indians)
- Egli vide l'Eterno Fuoco che si conserva,
Negli insondabili abissi,
Il suo potere per sempre, e fece un cenno
Al Divino Principe Mattino;
Che si è imbattuto nella fiumana sulfurea,
Obbediente alla chiamata del Maestro
E nelle fattezze di un Angelo stava,
Alto sul luminoso piedistallo della sua stella.
- He saw the Eternal Fire that keeps,
In the unfathomable deeps,
Its power forever, and made a sign
To the Morning Prince Divine;
Who came across the sulphurous flood,
Obedient to the Master call,
And in Angel beauty stood,
High on his star lit pedestal. (cap. XXI)
Note
modifica- ↑ Per dire che ci sono cose che si rinnovano e altre no.
Bibliografia
modifica- Charles Robert Maturin, Bertram, John Murray Editore, Londra, 1816. (Disponibile su Google Libri)
- Charles Robert Maturin, Melmoth l'errante, traduzione di Flavio Santi, Neri Pozza, Vicenza, 2019. ISBN 978-88-6559-655-5
- Charles Robert Maturin, Melmoth the Wanderer, A. Constable and company, Edimburgo 1820. (Disponibile sul Progetto Gutenberg australiano)
- Charles Robert Maturin, Sermons, Thomas Davison Editore, Londra, 1819. (Disponibile su Google Libri)
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