Mark Dyczkowski

indologo inglese

Mark Dyczkowski (1951 – vivente), indologo britannico.

La dottrina della vibrazione

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Il regno himalayano del Kashmir è oggi parte della provincia del Jammu e del Kashmir, situata nell'estremo nord-ovest dell'India.

Citazioni

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  • La Pratyabhijñā rappresenta l'espressione più piena del monismo śivaita, elaborato sistematicamente in una teologia razionale di Śiva e in una filosofia della coscienza assoluta con la quale Egli si identifica. (p. 36)
  • Lo Spanda è la naturale e ricorrente pulsazione dell'assoluto, oggettivamente manifesta come il ritmo del sorgere e dell'inabissarsi di ogni dettaglio del quadro cosmico che appare entro la sua distesa infinita. Allo stesso tempo, Spanda è l'intima vibrazione universale della coscienza come sua pura percettività (upalabdhṛtā), che insieme costituisce la sua soggettività conoscente (jñātṛtva) e agente (kartṛtva). (p. 45)
  • In India, la metafisica ha una funzione di struttura teoretica a supporto della disciplina spirituale; non è mai solo speculazione astratta. Essa indica, più che un'opinione ragionata, l'atteggiamento dell'aspirante verso la propria esperienza, un'attitudine che dà forma al cammino che egli percorre verso la salvezza. Quando egli agisce in conformità con le conclusioni che ha raggiunto, la filosofia si fonde impercettibilmente con la religione. (p. 55)
  • La Via Nuova predicata dalla dottrina dello śivaismo kashmiro è la trascendenza attraverso una partecipazione attiva. Non è libertà «da» [come nell'Advaita Vedānta], ma libertà «di». Il desiderio non viene negato, ma accettato a un livello più alto come pura volontà o libertà dell'assoluto. (p. 63)
  • Il concetto di coscienza è la solida base su cui è costruita la metafisica dello śivaismo del Kashmir. La si potrebbe quasi descrivere come una psicologia della coscienza assoluta. La coscienza è più della consapevolezza che un individuo ha di sé e dell'ambiente che lo circonda; è un principio eterno e onnipervasivo. (p. 69)
  • Spanda è quindi la potente onda di energia emessa attraverso l'atto di autoconsapevolezza che porta la coscienza dal livello inferiore di contrazione allo stato supremo di espansione, liberando i dormienti dai tormenti della limitazione e risvegliandoli alla pienezza della coscienza universale. (p. 107)
  • Nel suo stato supremo, trascendentale, la conoscenza di Śiva è la consapevolezza che Egli ha di se stesso come pieno di tutte le cose. È una cosa sola con la Sua attività come vibrazione interiore della Sua «egoità» onnicomprensiva, il movimento creativo della volontà. (p. 125)
  • Gli insegnamenti dello Spanda addestrano lo yogin a mantenere una consapevolezza vigile della continuità della sua coscienza attraverso ogni sua azione. (p. 131)
  • Maheśvarānanda spiega il modo in cui possiamo percepire Śiva e Śakti come una Gestalt. È come l'immagine di un toro e di un elefante disegnati assieme in modo tale che vediamo l'uno o l'altro a seconda di come la guardiamo. C'è un movimento della consapevolezza (spanda) dall'uno all'altra nel momento in cui Śiva diviene Śakti e Śakti diviene Śiva. (p. 140)
  • Intrinseca a Śiva è la Sua potenza infinita. Essenzialmente una con Lui, la Sua potenza rappresenta la libertà della Sua natura assoluta dalle limitazioni del finito, e la libertà di assumere la forma del finito pur dimorando nell'infinito. (p. 151)
  • Śakti è il principio di negazione attraverso cui Śiva dissimula la sua natura indivisa e diviene molteplice. (p. 152)
  • Lo yogin unito a Śiva è testimone dell'emanazione del corpo cosmico di Śiva come identica alla creazione del proprio perfetto corpo divino. (p. 194)

Bibliografia

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  • Mark Dyczkowski, La dottrina della vibrazione nello śivaismo tantrico del Kashmir, traduzione di Davide Bertarello, Adelphi, 2013.

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