Marion Poschmann
scrittrice e poetessa tedesca
Marion Poschmann (1969 – vivente), scrittrice e poetessa tedesca.
Lectio magistralis di Marion Poschmann, traduzione di Paola del Zoppo; riportato in repubblica.it, 14 febbraio 2020.
- Il soffice e il rigido, il visibile e l'invisibile oscillando tra il niente e il qualcosa, collidono nella medusa in modo cangiante. Le meduse sono onde di eccellente fattura, per un brevissimo lasso di tempo scontornate dallo sfondo, leggermente in evidenza, ma solo per fondersi di nuovo con l'ambiente in breve tempo. Somigliano alle immagini mentali: vaghe, liquide e scivolose; sono affascinanti, ma anche leggermente ripugnanti, proprio come la scienza descrive il fenomeno delle immagini interiori: a volte di stupefacente grazia, ma anche sempre un po' repellenti, perché incontrollabili e non indagabili dei ricercatori.
- La medusa è un simbolo dell'autoriflessione poetica, un essere completamente poetologico, e insieme un animale chiave dal punto di vista ecologico, che in tempi di cambiamento climatico e antropocene non è più una creatura neutrale, ma un indicatore per processi su larga scala, un essere politico, persino uno scandalo.
La figura della medusa quindi ha dunque a che fare con sguardi e specchi, opacità, rotture, sfocature, con il procedimento visivo, dell'affidabilità della percezione e della possibilità del riconoscimento. - Nella storia della Gorgone è fondamentale lo sguardo maligno, che viene incantato e infine trova il suo luogo "controllato" sullo scudo della Dea Atena. Atena, detta "occhi di civetta", perché come le civette è in grado di vedere molto bene al buio, è la dea della saggezza e delle arti. La storia di Medusa è una storia di immagini e visione. C'è la condizione di indeterminatezza della medusa, l'immagine che non può essere afferrata, e c'è lo sguardo pietrificante di Medusa, il lato del potere. C'è anche lo sguardo penetrante della ragione, che illumina il buio e determina le cose.
Tutte queste componenti costituiscono un testo letterario [...]. - Per quanto ne so, finora non è stata ancora superata dal punto di vista iconografico. Medusa, la donna messa a tacere, decapitata, negli ultimi anni è tornata ad essere una figura di riferimento dei movimenti delle donne, ancora da vedersi se a loro vantaggio o svantaggio. La pericolosità e la minaccia latente del gorgonico/femminile è fissata da secoli in questa iconografia.
- Stranamente incoscienti, morbide e sensibili, ma anche stranamente pericolose, la piaga dei bagnanti, a loro pertiene una specifica bellezza che diventa ancor più impressionante perché si distaccano solo di poco dall'acqua circostante, come se stessero per diventare qualcosa di lì a un istante, un'immagine definita, un oggetto distinguibile, un (segno del) miracolo.
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