Mario Genco

giornalista e scrittore italiano

Mario Genco (1939 – vivente), scrittore e giornalista italiano.

Citazioni di Mario Genco modifica

  • E rieccoci alle prime ore del pomeriggio del 5 novembre 1937, nel palazzo dell'Assise di via del Parlamento, quello dove fino a qualche anno fa a Palermo si pagavano le tasse: certi palazzi, come certe persone, sembrano avere destini antipatici.[1]
  • Era cominciata con il rapimento di Mauro De Mauro. Il bravo scopritore e scrittore di Notizie, rapido e limpido sui menabò, spaccone e tracotante, riservatissimo quando voleva o doveva, logorroico e taciturno, indifeso e insopportabile Mauro De Mauro. Un giorno andava con la figlia contestatrice a tirare uova marce davanti al Massimo, la sera della prima. Un altro, ringhiava incattivito e sbeffeggiava gli inani manifestanti antiamericani, se c'era in Italia qualcuno che aveva sparato agli yankee, erano stati loro, lui con loro, i nazifascisti di Salò.[2]
  • Morte a primavera. Morte in autunno. La sera del 22 ottobre un giovane fascista, figlio di un presidente di Tribunale, scaricò il caricatore della pistola dentro Giovanni Spampinato, corrispondente di Giornalel'Ora da Ragusa. Spampinato era un giovane appassionato del mestiere, molto bravo, prima o poi sarebbe stato chiamato a Palermo. Al giornale era amato. Aveva scritto servizi molto informati sul fascismo di Ragusa, che in quegli anni era diventata una specie di retrovia organizzativa del terrorismo nero e c'era almeno un misterioso assassinio rimasto senza colpevoli. Il suo assassino disse poi alla polizia che aveva sparato perché Spampinato lo perseguitava. Una menzogna. Già nel 1970 c'era stato un avvertimento esplosivo contro il corrispondente da Trapani, Giacomo Galante. Il fascismo siciliano era all'offensiva, armata. Sparavano. Chi sul serio, per terrorizzare o ferire.[3]

Note modifica

  1. Da Post scriptum, S. F. Flaccovio Editore, Palermo, 1990, p. 43. ISBN 88-7804-044-4
  2. Da Contastorie e Cronista, citato in Salvo Licata, Il mondo è degli sconosciuti, Sellerio, Palermo, 2004, p. 263. ISBN 88-389-1929-1
  3. Da Contastorie e Cronista, citato in Salvo Licata, p. 266.

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