Marina Caffiero

storica italiana (1947-)

Marina Caffiero (1947), storica italiana.

Citazioni di Marina Caffiero modifica

  • Di scarsa istruzione, essendo stata destinata dal padre ad occuparsi della vita domestica dopo la morte precoce della madre, [Paola Frassinetti] non andò mai a scuola e imparò da sola a leggere e a scrivere, come si rileva dalle incertezze grammaticali e ortografiche delle numerose lettere pervenuteci.[1]
  • Dopo la fuga di Pio IX da Roma [nel 1848] e priva di ogni appoggio, Paola [Frassinetti] affrontò le minacce di scioglimento della congregazione [delle Suore di Santa Dorotea] e di occupazione della casa al Gianicolo scrivendo direttamente al temuto Mazzini e appellandosi anche alla comune origine genovese: riuscì ad ottenerne assicurazioni, protezione e addirittura una promessa di visita al convento.[2]

Gemma Galgani modifica

  • Gemma [Galgani], come le altre visionarie dell'età contemporanea – Teresa di Lisieux, Bernadette Soubirous, alle quali del resto fu spesso paragonata – traduceva la malattia tipica dell'epoca, cioè la tisi che la porterà giovanissima alla morte, in occasione ed espressione di santità. La malattia mortale, già assai presente ed emblematica nella cultura laica del tempo, venne vissuta da lei e interpretata dai biografi sia come un segno di elezione divina, sia soprattutto come offerta di una giovane e innocente vittima sacrificale in espiazione dei peccati del mondo secolarizzato. (pp. 90-91)
  • Fatto voto di castità e vestitasi quasi da monaca, con un mantello e un curioso cappello che ne mortificava la bellezza, [Gemma] tentò più volte di farsi ammettere in un monastero ove rifugiarsi e che sostituisse i genitori e la famiglia perduti – «sono senza babbo, senza mamma e senza quattrini e non ho chi mi aiuti», scriveva – ma incontrò costantemente rifiuti, anche per la diffidenza che suscitavano il suo spinto misticismo e le manifestazioni psichiche e fisiche cui era soggetta. Era, infatti, entrata in una intensa fase di doni spirituali: estasi, locuzioni divine, illuminazioni, apparizioni celesti, unione con Dio, partecipazione alla Passione, visite dell'angelo custode e del futuro santo passionista Gabriele dell'Addolorata, matrimonio mistico. (p. 91)
  • Gemma rappresenta un modello di santità femminile otto-novecentesca che si sviluppa in parallelo con il tipo, prevalente all'epoca, della santità attiva, impegnata nell'assistenza e nell'istruzione. Complementare a quel modello è presente però anche una esperienza femminile mistica, visionaria, contemplativa, adolescenziale, spesso laica, segnata dall'esperienza della malattia e soprattutto dalla missione vittimaria, espiatrice dei peccati dell'umanità per placare la collera divina. (p. 92)

Note modifica

  1. Da Paola Frassinetti, in AA.VV., Italiane. Dall'Unità d'Italia alle prima guerra mondiale, vol. I, Dipartimento per l'informazione e l'editoria, Roma, 2004, p. 88.
  2. Da Paola Frassinetti, in AA.VV., Italiane. Dall'Unità d'Italia alle prima guerra mondiale, vol. I, Dipartimento per l'informazione e l'editoria, Roma, 2004, p. 89.

Bibliografia modifica

  • Marina Caffiero, Gemma Galgani, in AA.VV., Italiane. Dall'Unità d'Italia alla prima guerra mondiale, vol. I, Dipartimento per l'informazione e l'editoria, Roma, 2004, pp. 90-92.

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