Marija Gajdar (1982 – vivente), politica russo-ucraina.

Marija Gajdar nel 2014

Citazioni di Marija Gajdar modifica

«Putin vuole vendicare il muro di Berlino»

Intervista di Dorella Cianci sull'invasione russa dell'Ucraina del 2022, lagazzettadelmezzogiorno.it, 27 marzo 2022.

  • Dopo aver preso parte a una marcia pacifica dei dissidenti, ho sperimentato in prima persona le conseguenze dell'essere un'attivista politica in Russia, peraltro innamorata dell’Ucraina. Mio padre, critico di Vladimir Putin, non ha avuto vita facile e io stessa, da fondatrice del movimento di opposizione giovanile DA!, sono stata accusata dai media filo-governativi, intrisi di falsità e propaganda, di essere fuggito dal Paese dopo essere stata coinvolto in un incidente d'auto che avrebbe ucciso una ragazzina. Io invece ho studiato nelle migliori università estere, formandomi una mia coscienza civile e una profonda conoscenza del diritto internazionale.
  • Onestamente credo che il quasi sconosciuto Putin, tornando in patria dalla periferica Dresda, abbia pensato, già in quei giorni, che l’affronto (secondo il suo giudizio) subito dall’Unione Sovietica con il muro di Berlino andava, pian piano, vendicato. Già nel 1990 si mise in testa che avrebbe dovuto conquistare il potere a ogni costo, per restituire alla causa russa una sorta di riscatto.
  • Mio padre amava la letteratura russa, che, peraltro, è quasi sempre una letteratura di dissenso verso il potere autoritario.
  • Il timore di mio padre era la riproposizione russa di tragici errori del passato, tra cui uno sviluppo economico squilibrato, che la rende vulnerabile alle fluttuazioni del mercato dell’energia. Ora i danni sono evidentissimi e, peraltro, con le sanzioni Putin non potrà resistere a lungo. Le riserve non bastano.
  • Mio padre, morendo, ha portato nella sua tomba l’ultima esperienza riformatrice della storia della Russia contemporanea.

«Le riforme fallite che hanno condannato la Russia post-sovietica»

Intervista di Dorella Cianci, avvenire.it, 6 dicembre 2022.

  • L’elezione di Gorbacëv fu accolta con grande entusiasmo dalla popolazione dell’Unione Sovietica, poiché quel momento segnava la fine di una pericolosa gerontocrazia, priva di cultura e coraggio politico. Gorbacëv, come hanno notato puntualmente gli storici, rappresentò una svolta importante.
  • La svolta conservatrice coinvolse anche Gorbacëv, che iniziò ad attaccare verbalmente i riformisti più radicali, accusandoli di aver portato alla degenerazione più completa le riforme da lui avviate. In questo scenario va ricordato un altro momento fondamentale. Gorbacëv continuò a spingere per la costituzione di un nuovo trattato dell’unione, ma, pochi mesi dopo, gli Stati raggiunsero un accordo su un trattato che creava una confederazione dotata di alcuni poteri federali. Fra i diversi Stati, fu l’Ucraina a dimostrarsi maggiormente titubante sulla nuova proposta di Gorbacëv e decise di ricorrere a un referendum popolare. La Russia di El’cin, poi, decise di subordinare la propria adesione al nuovo accordo a una precedente ratifica del trattato da parte dell’Ucraina. Il 90% dei votanti ucraini furono a favore di una totale indipendenza. Fu un atto fondamentale per la fine dell’Unione Sovietica.
  • I detrattori dissero che le riforme di mio padre svalutarono i risparmi di milioni di cittadini russi. I sostenitori, invece, dissero che le sue riforme, benché dolorose per milioni di cittadini, contribuirono al boom economico russo. Di certo oggettivamente iniziò uno svecchiamento enorme, non senza difetti, come spesso accade ai riformismi.

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