Maria Luisa d'Asburgo-Lorena

imperatrice dei Francesi, regina consorte d'Italia e duchessa di Parma (1791-1847)

Maria Luisa d'Asburgo-Lorena (1791 – 1847), imperatrice consorte dei francesi e successivamente duchessa regnante di Parma, Piacenza e Guastalla.

Ritratto ufficiale di Maria Luigia d'Austria come duchessa di Parma

Citazioni di Maria Luisa d'Asburgo-Lorena modifica

  • [Su Parma] Il paese nel quale vivo è un vero giardino; ho nelle mani il modo di rendere quattrocentomila anime felici; di proteggere le scienze e le arti; non sono ambiziosa ed ho la speranza di passare qui un grande numero d'anni, che si rassomiglieranno tutti ma che tutti saranno dolci e tranquilli. (citato in Marianna Prampolini, La duchessa Maria Luigia: vita familiare alla corte di Parma, diari, carteggi inediti, ricami, Parma, 1992, p. 112)
  • [Sui parmigiani] Sono la più gran buona pasta del mondo, generosi di cuore e di spirito, anche se di lingua pronta e tagliente. Non sopportano le offese ma non sono permalosi: hanno affabilità, cortesia, gaiezza e amano il bel vivere e la buona tavola. (citato in Daniele Colombo, Maria Luigia, la Buona Duchessa, Culturalia, sett.-ott. 2004, p. 45)
  • [Su Parma] A Parma non è difficile vivere, a patto di saper dar ragione all'interlocutore in una discussione a carattere musicale o gastronomico. (citato in Daniele Colombo, Maria Luigia, la Buona Duchessa, Culturalia, sett.-ott. 2004, p. 45)
  • Amo meglio che il mondo conosca le mie debolezze di donna, anziché un'ingiustizia da regnante. (citato in Tullo Bazzi e Umberto Benazzi, Storia di Parma dalle sue origini al 1860, Parma, 1908, p. 363-400)
  • Alla mia morte non fate molto rumore perché in fondo non sono che una donna che ha vissuto in un'epoca più grande di lei. (citato in Leonardo Farinelli, Maria Luigia duchessa di Parma, Milano, 1983, p. 363-400)

Citazioni su Maria Luisa d'Asburgo-Lorena modifica

  • Era una bella figlia del Tirolo, dagli occhi cilestri, dai capelli biondi, dal volto riflettente la bianchezza delle sue nevi e le rose delle sue vallate, dall'atteggiamento languido e stanco di quelle tedesche, che sembrano aver bisogno di appoggiarsi sul cuore d'un uomo, con l'occhio pieno di sogni e d'interne visioni, velate da una lieve ombra dello sguardo. Avea le labbra un po' grosse, il petto colmo di sospiri e di fecondità, le braccia lunghe, bianche, modellate a perfezione e cascanti in atto di molle abbandono, quasi affaticate di troppo dal peso del suo destino. Il collo era abitualmente inclinato sulla spalla. Nell'insieme l'immagine della Malinconia Nordica smarrita nella gazzarra d'un accampamento francese. (Alphonse de Lamartine)
  • Nelle meditazioni di Sant'Elena quale giudizio ha dato Napoleone di Maria Luigia? Tale, che, così come è, avrebbe a chiuder la bocca a tutti i suoi detrattori. Paragonandola a Giuseppina, ricordava le qualità comuni di queste due donne, bontà, dolcezza, affetto al marito; e le diverse, Giuseppina tutta grazia, amabilità e fine arti di donna mondana; Maria Luigia invece tutta naturalezza, verità e candore. E concludeva: «Maria Luigia era la virtù in persona!» (Ernesto Masi)

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