Maria Latella

giornalista, scrittrice e conduttrice televisiva italiana (1957-)

Maria Latella (1957 – vivente), giornalista, conduttrice televisiva e scrittrice italiana.

Maria Latella (2015)

Citazioni di Maria Latella

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  • Com'era, Gianna Preda? Ruvida e ribalda. Se fosse vissuta negli Stati Uniti, lei, così poco reverente in un'Italia di media invece sempre reverentissimi o, al massimo, "contro" perché sostenuti dai nemici della parte avversata, (mai, per carità, "contro" e basta), se fosse vissuta negli Stati Uniti, insomma, sarebbe forse diventata una celebrità nazionale, un'Elda Maxwell[1] applicata alla Casa Bianca, invece che a Hollywood.[2]
  • Nel dar notizia della sua morte, il 7 agosto 1981, un giornale allora di sinistra titolò: «Una penna di destra ma non conformista». Infatti. Maria Giovanna Pedrassi, Gianna Preda come la ribattezzò Leo Longanesi, poteva essere polemica, sprezzante, anche visceralmente "contro", ma conformista non fu mai, e tra i tanti giornalisti italiani che, nei decenni, si sono autodefiniti, a torto o a ragione, "scomodi" lei scomoda fu sul serio e fino all'ultimo.[3]
  • Vent'anni fa [Alessandro Meluzzi] era un rosso anche lui, un figiciotto[4] [...] [che] psichiatrizza oggi la politica.[5]
  • Dov’è che si è autentici? A tavola. Perché non ci si tira i piatti addosso, altrimenti la cena finisce. La cena è per tradizione in luogo della conversazione.
  • La drammaturgia del talk in Italia funziona così: se voglio conquistare un francobollo sugli online dei grandi quotidiani o dei siti mi invento una lite. Poi la faccio arrivare agli online, che la riprendono. Loro fanno i click e io faccio parlare del mio programma. Un circuito vizioso.
  • [...] viviamo in una condizione di perenne conflitto, ci si picchia per un parcheggio, in tv non facciamo che trasmettere offese gratuite, che poi si replicano all’infinito sui social. E così si alimenta la catena.
  • Non c’è convinzione più ardua da smontare della certezza che se non fai rissa non fai audience.
  • D’altra parte i punti di audience che si conquistano con le liti, più o meno autentiche, li abbiamo imposti noi mutuandole dagli Stati Uniti. Siamo sicuri che l’audience non si adegui? Del resto il telespettatore non è contento di queste liti finte, altrimenti non staremmo parlando di crisi del talk show.
  • Quando da un ospite arriva un’affermazione a rischio fake bisogna innescare il principio del dubbio.
  • Con la guerra contro l’Ucraina si è misurata una generazione di conduttori che la guerra non l’ha mai davvero trattata. Ne sapevamo poco, diciamo la verità, ci sono stati l’Iraq e l’Afghanistan, ma non si sviluppavano in una narrativa quotidiana nei talk come oggi.
  • Io ho intervistato Steve Bannon, in quel momento era il diavolo assoluto. Alla terza domanda ha dato segni di nervosismo, si è tolto il microfono e ha fatto la sceneggiata di andarsene. Potevamo fermarci, avevamo il nostro show, saremmo finiti sui giornali comunque, Bannon irritato sbatte la porta dello studio di Sky. Ma non era quello che mi interessava. Volevo finire l’intervista. Quindi ho fatto un’operazione di ricucitura. Ma alla fine le domande che mi ero preparata le ho fatte tutte.
  1. Elsa Maxwell (1883 – 1963), giornalista e scrittrice statunitense, definita la pettegola di Hollywood.
  2. Da Preda Gianna, in AA.VV., Italiane. Dagli anni Cinquanta ad oggi (1951-2011), www.150anni.it
  3. Da Preda Gianna, in AA.VV., Italiane. Dagli anni Cinquanta ad oggi (1951-2011), www.150anni.it
  4. Iscritto alla FGCI, Federazione Giovanile Comunista Italiana.
  5. Da Corriere della Sera, 5 maggio 1994; citato in Gianfranco Lotti e Ilaria Lotti, Insultopoli. Parolacce e ingiurie doc di onorevoli & company, Sonzogno, Milano, 1994, p. 158.

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