Marco Bersanelli
fisico italiano (1960-)
Marco Bersanelli (1960 – vivente), fisico italiano.
Citazioni di Marco Bersanelli
modificaCitazioni in ordine temporale.
- La ricerca scientifica mette in luce la natura della realtà come "mistero": essa esiste, vi si stabilisce un rapporto, ma ultimamente sfugge alla comprensione completa della ragione. Come se ogni nostra conoscenza o conquista rimandasse inesorabilmente a un oggetto ultimo e nascosto. La conoscenza scientifica è una manifestazione di quella inguaribile tendenza dell'uomo a domandarsi il "perché" delle cose, mai sazio di risposte parziali. La ricerca scientifica ha il suo seme e le sue radici profonde nel senso religioso e nell'esigenza umana di soddisfazione e di senso.[1]
- Chi siamo noi per giudicare come il Creatore avrebbe dovuto fare le cose?[2]
- L'uomo razionale e libero non ha paura della libertà di Dio, non gli detta condizioni. Può invece ammirarne l'opera, anche grazie alla scienza, se non è offuscato dal pregiudizio.[2]
- Il cristianesimo non è un rimasuglio etico del passato, ma è un fenomeno presente: nasce dall'imbattersi in una umanità senza paragoni, per cui un uomo, oggi come duemila anni fa, può finalmente prendere sul serio quel suo disperato bisogno di senso, di infinito, di bellezza, di verità (compresa quella particolare verità che è oggetto della scienza).[3]
Intervista di Elena Inversetti, tempi.it, 28 aprile 2009.
- Nel rapporto dell'uomo con l'universo, secondo me, emerge la consapevolezza della nostra piccolezza e sproporzione, e anche del fatto che ciò che ci è dato conoscere è quasi un lusso, perché, come per l'arte o la poesia, noi potremmo sopravvivere anche senza.
- Col passare del tempo cresce la coscienza della nostra ignoranza, ma cresce anche l'ammirazione per quel poco che si comprende.
- Divulgare significa andare al cuore di ciò che muove l'interesse di chi ricerca, perché lì ci sarà qualcosa di interessante e comunicabile a tutti, qualcosa che ha un senso e una bellezza per tutti.
ilsussidiario.net, 9 gennaio 2012.
- La cosmicità (cattolicità) dell'evento cristiano è soprattutto nel suo essere risposta al cuore di ogni uomo, qualunque sia la sua storia e la sua tradizione.
- Anche noi, figli della modernità, potremmo non rimanere del tutto insensibili a un Dio che è inquieto per noi.
- Se ci lasciamo "contagiare dall'inquietudine di Dio", l'esperienza cristiana che tanti "sapienti" hanno ridotto a un "già saputo" o a un "devoto ricordo", può far sussultare il nostro cuore, può generare uno sguardo diverso sulla realtà, che ama e conosce le cose in un modo più vero.
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