Manuel de Sá (1530 – 1596), biblista e gesuita portoghese

Citazioni su Manuel de Sá modifica

  • Il P. Emanuele Sà della Compagnia di Giesù huomo più dotto assai che non mostrino li tre libri da lui dati in luce sopra il vecchio, e nuovo testamento, e in materia morale ne’ suoi aforismi, leggeva nel Collegio Romano la sacra Scrittura l’anno 1582. nel qual anno nel mese d’Ottobre si fece da Gregorio XIII. la riforma del Calendario, aggiungendovi li dieci giorni che erano trascorsi. Hor facendo questo Padre la sua prima lettione o prefatione come s’usa al principio del Novembre seguente, e volendo mostrare che non dobbiamo sbigottirci, né dubitare per le difficoltà che tal volta, anzi bene spesso occorrono nell’intelligenza della sacra Scrittura, valendosi del fatto del Pontefice che il mese precedente aveva corretto l’anno, apportò questa similitudine. Se alcuno, disse egli, ritrovasse dopo alcune centinaia d’anni una Scrittura, che dicesse così: L’anno 1582. à 15. d’Ottobre che fu il giorno dopo S. Francesco etc. nascerebbe subito difficoltà della verità di questa Scrittura. Direbbe uno, ha errato lo Scrittore, il quale volle dire à i cinque, e disse à i quindici. Un altro direbbe che forse anticamente si faceva la festa di San Francesco alli 14. e che però non c’è errore niuno nella Scrittura. Un terzo direbbe che quella lettera, i, è articolo e non nota aritmetica, e che però quello che fece la scrittura non disse à 15. ma à i 5. che scritto disteso, e senza note d’abaco vuol dire à i cinque, e questa interpretatione parrebbe forsi la più probabile, e la più vera, e sarebbe con applauso ricevuta. Con tutto ciò niuno di questi interpreti s’appone, né tocca il vero sentimento, perché la verità è che s’ha da dire à li quindici, che fu il giorno dopo S. Francesco, né è vero che si sia mai fatta la festa di questo Santo alli 14. né è vera la specolatione di quello che si persuade che quella lettera i sia articolo, e non nota aritmetica, ma quello che è vero, e che scioglie le difficoltà, è che veramente l’anno del 1582. la festa di S. Francesco si celebrò alli 4. e per l’aggiunta delli dieci giorni trascorsi si disse il giorno seguente à li 15. e quella scrittura sta bene così come suonano le parole, tutto che ciò sia difficile da capirsi, anzi inintelligibile, da chi non sa quel fatto del Pontefice Gregorio. Così apunto, disse Emanuel Sà, avviene nell’intelligenza delle sacre Scritture, che il non sapere una circonstanza, una istoria, un rito, etc. ci oscura talmente il sacro testo, che non possiamo superare le difficoltà; il che però non deve portar pregiuditio alla ferma credenza che habbiamo della veracità di essa Scrittura, e de gl’autori di essa, che l’hanno scritta seguendo l’indrizzo, e inspiratione dello Spirito Santo, che non può ingannarsi, né ingannare. (Giovanni Stefano Menochio)

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